Uno di quei locali che onora Milano e la rende la città metropolitana e internazionale che vuole essere. Un locale moderno, funzionale, con un’accoglienza impeccabile e un servizio di sala altrettanto puntuale e preciso. In un ambiente ben frequentato e indovinato da un punto di vista architettonico, una brigata numerosa soddisfa le esigenze dei non pochi clienti che qui vengono e tornano volentieri per assaggiare una cucina di base nipponica con ampie contaminazioni occidentali. Una giovane brigata di cucina guidata dal bravo Michele Biassoni, con Francesco Bianchi e Luca Jesus Monaco dialoga con quella di sala: l’eccellente Matteo Ghiringhelli con Paolo Cantafio e Angela Lonetto. Accompagnati da un soave e pieno Solosole dell’Azienda Allegrini a Bolgheri, (siamo al tavolo con Leonardo Vallone, grande esperto di marketing del vino), ecco arrivare i piatti: in meno di un’ora una serie di portate non banali, tutte piacevoli, centrate nel gusto. A volte qualche ripetizione nelle note dolciastre, ma senza arrivare alla caramellizzazione eccessiva molto amata dal genere fusion (vedi Zuma &Co). Una bella prova di alta professionalità.
Michele Biassoni
Intensa la seconda giornata che ha avuto fortunatamente anche un clima migliore. Molta la gente che ha seguito con interesse le esibizioni dei tanti chef presenti che hanno intepretato l’oliva taggiasca con tante soluzioni diverse. Apprezzatissimi gli interventi degli chef venuti da lontano: la creatività di Terry Giacomello, la precisione di Ichikawa, la serenità di Eugenio Boer, la personalità di Luigi Taglienti. Ma anche gli chef locali si sono fatti valere, dall’umile e bravo Rebaudo un vero artigiano del gusto di Badalucco, alla classe di Giorgio Servetto, alla passione di Manuel Marchetta, e alla praticità di Cannavino. Chiusura con bel brindisi e arrivderci al 2017, con altri chef e forse qualche sorpresa.