Cibo Benessere ed Etica, se ne parla a Teramo in un convegno organizzato dal Comune con l’Università e la regia di Antonio Paolini. La scena è tutta per Massimo Bottura e Niko Romito assieme sul palco, mentre Heinz Beck all’ultimo momento ha dovuto dare forfait e si è collegato in remoto. I video presentati hanno ampiamente documentato il loro lavoro nei vari campi, Beck a stretto contatto con il mondo ospedaliero, Bottura con la battaglia contro gli sprechi e i suoi Refettori sparsi nel mondo, Romito con i suoi approfondimenti sui menù della ristorazione collettiva. Mauro Serafini, professore nutrizionista ha commentato da un punto di vista scientifico e le centinaia di persone presenti hanno capito che alcuni chef non solo fanno ottime ricette ma cercano di affrontare le grandi problematiche della salute e del sociale. Piacevolissima poi la chiusura della serata al Cipria di Mare con Massimo Bottura e Niko Romito allegri e rilassati. Menù firmato dallo chef residente Alessandro De Antoniis e Sabatino Lattanzi. Ringraziamo il sindaco Gianguido D’Alberto e l’assessore Antonio Filipponi per il gradito invito.
Niko Romito
Non avevamo mai provato le bombe salate di Niko Romito, e, conoscendo la bontà di quelle dolci, eravamo curiosi. Eccoci quindi allo Spazio di Roma per un rapido lunch. Non rapidissimo in quanto il locale era fortunatamente pieno ed il servizio non proprio veloce. In compenso molto preciso e cortese, inoltre anche nel lato bottega e bar l’ambiente è pulito, gradevole e funzionale e quindi è un piacere viverlo. C’è una scelta di bombe salate, ne abbiamo provate due: quella al pollo, decisamente gradevole, leggera ed equilibrata; quella con ricotta e verdure ripassate meno convincente (verdure non “tirate” e limone invadente). Comunque ci piace l’idea della bomba come alternativa al panino classico degli hambuergher. Per dessert una conferma è la bontà della bomba con la crema, meglio del croissant un pò asciutto e pesante.
Siamo nel quartiere top di Pechino, di fronte è il Four Seasons (dove tra l’altro lavora Aniello Turco, ottimo chef italiano), accanto il miglior ristorante di Pechino, Xin Rong Ji, tre stelle con un ottimo rapporto prezzo qualità. Il Bulgari Hotel è elegante, non massiccio come altri alberghi, contenuto (per la Cina) nelle dimensioni, solo un centinaio di camere e un ristorante, Niko Romito, come per altro negli altri alberghi Bulgari in giro per il mondo. Grande è l’eleganza del contesto, minimale la mise en place, curato il servizio, bellissimo il bar con un banco degno di lode, e ben attrezzato, dove conosciamo il giovane e bravo direttore: Antonio Saponara. Il menù ripropone alcuni piatti classici di Niko (come ad esempio l’antipasto italiano) e si concede con misura qualche libertà. La linea è quella del “confort food”, piatti classicheggianti, ma ben eseguiti, basati su ottime materie prime, privilegiando quelle che piacciono comunque a tutti (astice, caviale, gamberoni ecc..). Il tutto ben eseguito, visto anche comunque le difficoltà dell’ambiente che ha le sue regole (esempio pasta non troppo al dente e senza sale, cotture non troppo spinte cercando di evitare caramellizzazioni e così via) da Riccardo Delgrossi e Antonio Borriello che abbiamo appunto conosicuto per l’occasione. Il piatto migliore? I sontuosi spaghetti con gamberi rossi, direte che è facile, ma comunque erano buonissimi. Meno ci ha convinto invece un dessert alle castagne un pò monotono e senza contrasti evidenti.
Mario Martino parteciperà alla Selezione Nord di Emergente Chef 2020, che si terrà il 30 Novembre e 1 Dicembre al Mind Milano Innovation District, EX expo di Milano.
Mario Martino, classe 1990, nasce a Castel Di Sangro in provincia di L’Aquila. Nel 2009 consegue il diploma come tecnico dei servizi ristorativi presso l’Istituto Alberghiero di Roccaraso. Inizia il suo viaggio lavorativo nel mondo del food in diversi ristoranti e alberghi della zona per poi stabilirsi sul Lago di Garda al Duc Lac et Du Parc Grand Resort, dall’atmosfera elegante ed immerso in un parco incantevole sulle rive del lago. Dopo questa esperienza, decide di tornare verso casa, e forte della sua competenza inizia a lavorare per lo chef William Zonfa nel ristorante La Magione Papale* a l’Aquila. Volenteroso di allargare i suoi orizzonti e riempire il bagaglio culturale vola all’estero come chef privato, passando prima per la Svizzera e finendo a Londra. Rientrato in Italia, per la precisione in Abruzzo, continua il suo percorso professionale iscrivendosi all’Accademia di cucina di Niko Romito, cuoco , imprenditore e docente italiano e gestore del ristorante Reale***. Il giovane chef Martino ha la possibilità di fare pratica nel ristorante tre stelle Michelin, imparando un linguaggio gastronomico incisivo e personale. Si sposta al Nord, Milano, per l’apertura di Spazio Milano, il Mercato del Duomo, in Piazza Duomo. Per approfondire la conoscenza della lingua inglese si trasferisce per un periodo a Londra, dove inizia a lavorare nella pasticceria di un noto hotel londinese. Oggi il cuoco Mario Martino ricopre il ruolo di Sous Chef al Lido Palace di Riva del Garda ( Leading Hotels of the world ). Per descrivere al meglio quello che è diventato durante tutti questi anni si racconta così : “da sempre sono stato curioso in ambito professionale, la ricerca e la voglia di sapere mi hanno portato spesso a spaziare in diverse realtà”. Le sue ricette rispecchiano le sue origini, amando prodotti come il tartufo, i funghi, la carne e le erbe spontanee.
Grande e spettacolare cena organizzata come ogni anno dal Gambero Rosso in occasione della presentazione della guida dei Ristoranti. 10 chef ultranoti come Tonino Cannavacciuolo, Philippe Leveillè, Niko Romito, Ernesto Iaccarino, Gianfranco Pascucci, ANthony Genovese, CIccio Sultano, Heinz Beck, Riccardo Monco e Carlo Cracco, hanno cucinato per una grande platea di invitati.
L’accordo tra i Bulgari Hotels e Niko Romito potrebbe, in prospettiva, essere forse l’iniziativa più importante per il fine dining italiano internazionale. Dopo una stasi di due tre anni si è avviata una nuova fase di investimenti per cui il numero degli alberghi in giro per il mondo dovrebbe raddoppiare, e con esso i ristoranti di Niko Romito con il quale l’iconica catena ha stretto una alleanza speriamo di successo e duratura. I matrimoni funzionano quando ambedue le parti ci guadagnano, e se da una parte Niko ha la possibilità di far crescere esponenzialmente la sua attività e di sfruttare un nome prestigioso come quello di Bulgari e LVMH (la holding), anche la catena alberghiera può contare su un formidabile chef imprenditore che in pochi anni ha saputo, dal paesello natio di Rivisondoli, farsi conoscere al mondo intero della ristorazione che conta. Abbiamo sempre creduto in lui fin dall’inizio, ma di certo tanta e tale crescita non l’avremmo mai immaginata. Non ci dilunghiamo oltre nel decantarne le tante qualità, e vediamo più da vicino il suo ultimo, al momento, ristorante Bulgari, che viene dopo Pechino Shanghai e Dubai. L’impostazione ovviamente è similare, l’antipasto affidato alla serie “antipasto all’italiana”, e tra i piatti si ritrovano alcuni passaggi tipici. A noi piace il suo stile, la ricerca del sapore “assoluto”, puntando alla concentrazione dell’elemento in oggetto, alla pulizia estetica, che diventa pura per sottrazione, ma che non è mai banale: vai a vedere da vicino e c’è una goccia, un’essenza, una polvere, un qualcosa che fa la differenza. Il Bulgari di Milano ha sempre avuto una grande Direzione, un ottimo servizio, una bar straordinario. Ora avrà anche un gran ristorante, ne siamo certi, anche se, essendo ancora nel suo primo rodaggio, qualche cosa è da mettere a punto: la spigola un pò troppo cotta e coperta, ai tortelli di ricotta manca uno spunto acido che troviamo invece , pure troppo, negli spaghetti al pomodoro. Ma la ventresca è già sublime, i ravioli e il risotto fanno a gara nei sapori nobili e anche le carni ci sembrano cntnrate. Mancava alla nsotra cena la brava Anca Elena Buric, al bar e in sala Patrick Greco, in cucina il bravo e attento Claudio Catino (conosciuto da Berton).
Citra presenta il suo montepulciano. Non è ancora un vino, o almeno ne assaggiamo le prime sperimentazioni, ma è un progetto a lungo termine fatto in modo innovativo. Ideato da Riccardo Cotarella con il suo team e il team di enologi di Citra, ha l’ambizione di monitorare il territorio con grande precisione, e con un’attualizzazione in tempo reale. Attilio Scienza ci racconta i vantaggi di questa zonazione dinamica e dobbiamo dire che è affascinante. Ci vorrà qualche anno, ma già la prima bozza di questo tentativo di approfondimento scientifico e metodologico del territorio sembra dare i suoi primi risultati. Un bel convegno, pieno di dati, numeri e idee concrete.
A parte la cena Da Vittorio e il Convegno sull’accoglienza, altri momenti hanno riempito le due giornate del Premio IAT. Il lunch da Gritti, nel suo nuovo bel locale al primo piano con terrazza sul Sentierone, quindi in pieno centro della Bergamo bassa; poi il momento culturale all’Accademia Carrara con la visita del museo e la premiazione delle foto migliori del concorso organizzato sempre da IaT sulle fotografie del Food. Infine il convegno nel bel chiostro di Sant’Agostino a Bergamo alta: tecnologia e innovazione con numerose e qualificate testimonianze.
Spazio Romito a Roma
Niko Romito è arrivato piuttosto tardi in cucina, ma da quel momento è andato poi di corsa senza sbagliare una mossa. Sarà stato pure fortunato, ma non crediamo che il successo sia stato casuale. Non è certo un vantaggio partire da un punto remoto come Rivisondoli, senza alcun schema impostato se non quello della paterna pasticcieria sul punto di chiudere. Questo per dire che ha avuto coraggio, determinazione, grinta, e non basta, anche l’intelligenza di guardare oltre. Così ha impostato un nuovo locale più ambizioso come il Casadonna, una scuola di cucina che si è poi ampliata, un nuovo format, Spazio, con il quale sta programmando aperture multiple. Roma viene dopo Milano, ma è forse un progetto più ambizioso, per grandezza, per la doppia proposta (accanto è il Pane, con un’offerta più semplice). Siamo agli inizi e lo troviamo in cucina con la fedele Gaia ad impostare bene la brigata, mentre la sala è affidata a Sabrina Romito (copia fedele di Cristiana) e all’esperto Valerio Capriotti. Il menù è misurato e intelligente spazia dal vegetariano alla carne non perdendo colpi con piatti di calibrata saggezza, facilmente riproducibili. Buono tutto con una lode al raddichio con salsa mandorla, un piatto vegetariano di geniale semplicità che conquista immediatamente, delude invece il baccalà alla pizzaiola, buono ma poco contrastato.
Il mondo accelera e anche quello della ristorazione. Bene ha fatto secondo noi Niko Romito a legarsi ad una realtà importante e prestigiosa come quella di Bulgari. Così dopo la prima apertura a Pechino, è arrivata questa a Dubai, alla quale ne seguiranno altre, dal ristorante del Bulgari di Milano (prevista a fine anno) a quelle dei nuovi Hotel Bulgari di Mosca e Parigi. E sono tutte location di prestigio, come questa a Jumeira Bay, quasi a sfidare il Four Seasons che è giusto di fronte che con il Nusr-Et spopola attualmente la scena gastronomica della città. Niko non è solo un bravo chef, ma si distingue proprio per la sua vena imprenditoriale. Riesce ad espandersi con rapidità (pensiamo anche all’altro suo brand, Spazio) anche per la misura e la cautela della sua azione. Nulla è improvvisato, nulla è spericolato, anche nel menù che ripropone i piatti, alcuni a prima vista banali, della tradizione regionale italiana: pensiamo all’antipasto all’italiana, un viaggio di sapori che ripropone alcuni classici consumati nella nostra memoria organolettica, e qui riproposti con un gusto così centrato da far quasi sensazione. E poi arriva un tonno fagioli e cipolla buonissimo, come anche i tortelli di magro e così via. Insomma non si vuole fare WOW, non si pensa all’effetto (che magari colpisce, ma poi svanisce subito), quanto alla solidità del gusto vero e non effimero. Tutto è buono, tutto è volutamente semplice, quasi disadorno, ma ha in se l’eleganza della giusta misura. Il piatto peggiore? forse la spigola, di non ottimale consistenza, mentre il delizioso agnello al mosto d’uva ci ha decisamente conquistato.