Farnese è nata 20 anni fa al Vinitaly e oggi festeggia non solo gli anni, 20, non solo le 20 milioni di bottiglie, ma anche la 21 investimenti che è diventata socio dell’impresa. Bella l’idea: chef prodotti e vini di tutte le regioni del sud dove c’è una cantina dell’azienda: Abruzzo, Molise, Basilicata, Puglia, Campania, Sicilia. Pane di Matera e chef del calibro di Nino Di Costanzo, Niko Romito, Pietro Zito, Pino Cuttaia ai fornelli coadiuvati dal giovane chef residente appena arrivato a Vilald el Quar al quale facciamo gli auguri.
Niko Romito
Ed ecco i piatti degli 8 chef, inutile dire che erano tutti buoni e interessanti. Tra quelli che non avevo mai assaggiato mi hanno colpito gli scampi old fashioned di Alajmo e la leggera spuma con baccalà di Cerea. Veramente bravi tutti per una grande serata.
L’idea è intelligente: dare agli allievi della Scuola di Cucina la responsabilità di gestire un ristorante come fase finale di formazione. E’ nato così il primo “Spazio” a Rivisondoli in quello che era il primo Reale di Niko. Ora lo Spazio sbarca a Roma ed è facile prevedere che si replicherà per il successo della formula che tra l’altro ha vari pregi: il costo competitivo, il menù compatto e vario, l’assenza dei camerieri con i piatti serviti e raccontati al tavolo direttemente dai ragazzi di cucina a turno. Affollata la presentazione alla stampa romana con un Niko emozionato e un Farinetti sempre a ruota libera.
Appuntamento ormai obbligato, ma non per questo meno piacevole. C’erano quasi tutti i protagonisti del mondo della ristorazione alla Leopolda per la presentazione della nuova edizione della Guida dell’Espresso a dimostrare che poi alla fine qualcosa contano sempre (le guide stampate). tanti saluti ma anche tanti assaggi degli ottimi vini presentati nella grande degustazione aperta alla fine delle premiazioni. Tra i vini vince il trebbiano di Valentini, tra i ristoranti vincono in tanti, ma è Bottura (assente giustificato) quello che svetta da solo.
Bella serata quella organizzata dalla famiglia Moscardi (tre generazioni in grande forma) ed è stato bello vedere come tutto l’Abruzzo o quasi sia intervenuto ed abbia contribuito con prodotti, vini, ricette e allegria alla riuscita della serata. 40 anni che hanno visto cambiare l’Italia e soprattutto l’Italia della ristorazione, quest’ultima decisamente in meglio e fa notizia.
Serata intensa l’altra sera a Roma. Prima a scoprire le meraviglie e la raffinatezza dell’operazione Unforketable di Niko Romito, mentre due piani sotto Viviana e Sandra presentavano il loro ristorante (temporaneo, fino alla fine dell’anno) particolarmente giudizioso nei prezzi. E poi a Casa Bleve per gli auguri dell’Unione Italiana Vini, dove abbiamo trovato il gotha politico del vino in Italia.
Grande folla, gran successo e piccolo buffet. In tanti abbiamo applaudito le condivisibili scelte di Enzo Vizzari e dei suoi tanti collaboratori riuniti alla Stazione Leopolda in una magnifica giornata di ottobre. Poche le novità, pochi gli aggiustamenti e poche le polemiche a conferma di una situazione tutto sommato solida nella continuità. Nonostante la crisi è un settore che si difende e che trascina avanti un’Italia zoppicante. Brindiamo all’amico Enzo. Lunedì 28 ci sarà la guida Touring a Roma e poi ai primi di novembre si chiude con la Michelin.
Quando ci sono le idee la crisi non esiste. Ci voleva un bel coraggio per fare un investimento di tale portata in un momento non certo trascinante, eppure nonostante il periodo e la location così isolata, Niko Romito ha dimostrato a tutti che non solo è un (grande) chef, ma anche un imprenditore capace. In soli due anni dal primo avvio Casadonna è ormai una realtà ben avviata: struttura, ristorante, sei camere, azienda agricola, vigneto presto operativo (in collaborazione con Feudo Antico), scuola di cucina e ancora alcune consulenze e una serie di iniziative innovative nel campo delle ricette e della comunicazione. Ultimo successo il Piccolo Reale a Rivisondoli, nella sua antica sede, affidato ai ragazzi della Scuola di cucina che così fanno anche esperienza pratica: ristorante cult dell’estate appena finita, dove per trovare posto bisognava prenotare con largo anticipo. Niko (e non dimentichiamo la sorella Cristiana sempre a fianco), si muove con agio e maturità, e merita tutte le nostri lodi. Anche perchè non dimentica il suo ristorante: abbiamo assaggiato una serie di piatti tutti ben fatti, tutti di grande intensità e ottima fattura. Qualche piccolo appunto alle ricorrenti note dolci (l’amaro è arrivato con il gelato di genziana nei dessert!), ma il pranzo è stato di gran livello: i piatti migliori, le paste ripiene e la serie di dessert; leggermente sottotono la tagliata di melanzane e le tagliatelle in bianco. Un plauso al buon servizio e al pane, tra i migliori che si possono trovare in giro.
Bello il Grand Hotel di Rimini dove pernottiamo e al mattino torniamo al villaggio del Festival per le Premiazioni. Il Trofeo Galvanina viene assegnato a personalità di spicco del settore, ed è un piacere consegnarlo a Gioacchino Bonsignore, giornalista e amico.
L’effetto partita (nel vicino Stadio Olimpico) ha complicato un poco la giornata, che comunque ha avuto un pubblico attento che ha apprezzato straordinari protagonisti, una serie di ricette belle ed eleganti, a conferma che la cucina di montagna oggi è molto più evoluta di quello che la gente pensa.