Paolo Gherardi, palato fine e occhio attento ai (purtroppo pochi) segnali di qualità che arrivano dai Castelli Romani, ci porta in questo luogo, per altro consolidato da tempo, dove però non eravamo mai stati. Dal di fuori non sembra, ma dentro la gallera di sopra è una bella sala con troppi tavoli ma curata. La vera sorpresa è però sotto, nelle grotte che si allungano senza fine e che contengono bottiglie anche preziose. Alla guida due fratelli, Andrea in sala e il più giovane Claudio in cucina. Sono ambedue validi ed efficienti e si prodigano per proporre una buona cucina ad un buon prezzo agli appassionati della zona e a coloro che cercano un alternativa al vernacolo locale che la fa in genere da padrone, L’esperienza è largamente positiva, ma certo qualche approssimazione c’è, sia in sala con un servizio un pò a fasi alterne, sia in cucina dove l’indubbio estro viene frenato dalla poca precisione dei dettagli (il troppo sale nelle tagliatelle, l’inutile balsamico nelle foglie selvatiche, il troppo peperone sul pollo e così via). Ci piacerebbe veder loro all’opera: Claudio con una cucina più grande e funzionale e Andrea con una brigata più evoluta per capire meglio il loro possibile orizzonte ad oggi frenato probabilmente dalle circonstanze operative. Detto questo ripetiamo che il locale già merita ed anzi va sostenuto nel modo più efficace: frequentandolo.