Tanti i contenuti a Foodexp. Dalle masteclass, con la presenza importante della scuola di Losanna e l'”assolo” di Pipero sulla sala, ai vari laboratori di pizza e cucina che si svolgono sulla terrazza. Poi c’è la grande cena di gala firmata da Paolo Lopriore, Antonio Guida, Antonio Zaccardi, Claudia De Massimo, come dire un quartetto di rara qualitàe grande estro contemporaneo. Bravo Giovanni Pizzolante ad aver realizzato tutto questo in così poco tempo.
Paolo Lopriore
Ieri sera, cena di gala al FoodExp di Lecce, l’evento ideato da Giovanni Pizzolante, siamo sul palco con Antonio Guida, Paolo Lopriore, Antonio Zaccardi ed altri ancora e arriva la notizia da Bilbao: Massimo Bottura è di nuovo al vertice assoluto dei 50 Best. L’applauso di tutti è stato vivo e spontaneo, il commento: è un orgoglio per tutti noi, è una grande vittoria per l’Italia. Grazie Massimo! Un piccolo commento, se nei primi 50Best l’Italia ha complessivamente una buona presenza, è preoccupante invece la carenza nella seconda fascia, quelli da 50 a 100. E’ un vuoto che dobbiamo colmare: forza giovani cuochi, avete un grande esempio avanti!
Dal 18 al 20 giugno saremo a Lecce con Emergente Puglia coniugato nei tre aspetti degli Chef, della Pizza e della Sala. Un evento al quale teniamo molto che è all’interno di un evento importante: FoodExp, un appuntamento che vuole diventare annuale e che ospiterà convegni, masterclass, esibizioni, incontri con target professionale. Questi alcuni dei protagonisti: Antonio Guida, Paolo Lopriore, Antonio Zaccardi, Francesco Cerea, Alessandro Pipero, Loredana Capone, Alfredo Prete, Louise Pitcher, Guglielmo Vuolo, Andrea Godi, Dario Stefano, Claudio Scarpa e, naturalmente, Giovanni Pizzolante ideatore dell’evento. Ufficio stampa: Mariella Piscopo e Sonia Gioia.
Il Portico ad Appiano Gentile
E’ uno dei pochi casi in cui è difficile per noi essere oggettivi. Conosciamo Paolo Lopriore da quando praticamente cucina, l’abbiamo seguito nel suo girovagare, da Marchesi, da Troigros e così via. Siamo andati perfino alla Bagatelle a Oslo e abbiamo saltato solo il suo passaggio ai Tre Cristi a Milano. Questo per dire che lo conosciamo bene, nelle sue tante evoluzioni tecniche, nel suo pensiero libero, nel suo particolare approccio alla cucina. Al Portico ha rimescolato ancora le carte, ma ci sembra felice, e questo è importante. In fin dei conti è tornato a casa e non solo in senso metaforico: abita nel paese accanto, in sala è la preziosa mamma Rosa Soriano, e a fare la spesa l’aiuta al mattino il babbo Pippo. Il locale è anche intelligente con la cucina al centro, lì dove tutti avrebbero fatto la sala, lascia un piccolo affaccio verso la piazza per un mangiare veloce su sgabelli, e dall’altra parte si accede alla sala attraverso un piccolo dehor che viene utilizzato in stagione. Il nuovo stile di cucina e di servizio è già stato ampiamente descritto. Ci siamo stati a pranzo (dove tra l’altro è ottimo il rapporto prezzo qualità), e siamo stati bene. Paolo in persona, a noi come agli altri tavoli, arriva con i tanti piattini che compongono ogni portata, e il mangiare è goloso, il cliente lasciato libero di comporselo come vuole. E’ troppo basico per uno chef della sua portata? forse, ma crediamo che questa non sarà l’evoluzione finale di Paolo, ma è un passaggio importante dove recupera coscienza, sicurezza e autostima necessaria forse per ripartire un domani con qualcosa di diverso ancora. Ma anche in questa fase riesce a dare un messaggio importante: lo chef deve cucinare non solo per se stesso, ma soprattutto per il pubblico, e una grande cucina può essere anche quella di piccole cose di una volta fatte con attenzione e cura.
La Cucina Italiana nel Mondo come patrimonio universale dell’Umanità. Se ne parla da tempo con Rosario Scarpato e ora è arrivato il momento importante: quello di lanciarla. A sostenerne la fattibilità è la dssa Poggi che lavora proprio su questi temi all’Unesco e che fa un preciso intervento in favore di questa candidatura. Poi man mano ecco le adesioni delle più importanti associazioni: FIC; le Soste, Eurotoques, Alma, Chic, JRE. Pensiamo che questa iniziativa possa essere un grande contributo morale e pratico alle migliaia di cuochi, pizzaiol, camerieri, pasticcieri, operatori che lavorano all’estero in nome dell’Italia. Un domani forse si sentiranno un tantino più gratificati e coesi nel loro lavoro e ne avremo tutti da guadagnare.
Il lunedì è sempre il giorno clou dove i personaggi più importanti della ristorazione entrano nell’arena, per ritrovarsi e farsi anche vedere. e’ il giorno dei grandi chef, è il momento di Bottura che chiude la mattinata del convegno con il suo messaggio: Il cibo è arte. Una breve sintesi che parte dal Rinascimento (il Polittico di Piero della Francesca) per arrivare ai giorni nostri e lanciare un messaggio: il nuovo Rinascimento italiano è in atto e si deve alla cucina italiana. Un messaggio forte, ottimista, che va oltre l’orizzonte dell’Osteria Francescana per farsi carico del fardello di tutti coloro che vogliono il meglio e operano al meglio. Un bel messaggio davvero, completato dal secondo round dedicato alla sala. Insomma tante buone parole, molti propositi, e tanto orgoglio: l’Italia della ristorazione ha mostrato i muscoli.
C’è emozione, c’è la tensione della gara che dai box delle cucine arriva fino a dentro il teatro. Il Bocuse d’Or è rigore e precisione, i tempi sono scanditi dall’orologio, i movimenti e i passi contati e precisi. Non è facile gestire così tante situazioni diverse allo stesso tempo, ma una volta partiti tutto poi scorre per il suo verso giusto: i giurati, attenti e precisi; i candidati emozionati ma allenati allo stress. Primo turno sono 4: Stefano Paganini, Andrea Alfieri, Giuseppe Raciti, Giovanni Lorusso. Centrato il piatto del pesce, spettacolari i vassoi con la ricetta della carne.
Inizio non aperto al pubblico ma con la stampa locale: 12 chef e 12 commis arrivano e prendono conoscenza del campo di gara. Entriamo anche nel teatro per fare il sorteggio, un momento simpatico ma anche determinante, con le fettuccelle del Pastificio dei Campi.
“La ristorazione è un settore portante dell’intera economia italiana” queste le parole di Lamberto Mancini dal palco di Cooking for Art di fronte ad una platea gremita di chef e ristoratori. L’ultima giornata di Cooking for Art ha fatto registrare un pienone da mattino alla sera grazie alla grande risposta della ristorazione del nord. Sono venuti in tanti, da Sella Nevea, Malga Montasio, che ringraziamo per la forma di formaggio, a ristoranti noti in tutto il mondo e qualcuno lo vedete nelle immagini seguenti. Un momento particolare? Paolo Lopriore con i due giovani chef, top di domani: Marco Ambrosino e Oliver Piras. Altro momento particolare: Antonio Santini con Raffaele e Massimiliano Alajmo che ci hanno parlato del progetto “tavola trasparente!
Lezione di Paolo Lopriore ad Alma. Ci siamo pure noi ed è un piacere salutarlo. Ha portato una cassetta di pesci di lago appena pescati, e ce li mostra orgoglioso, ce li descrive uno ad uno…. sarà una grande lezione oggi per i fortunati allievi. E’ sorridente e carico, pronto per la nuova avventura milanese,in attesa di quella ancora più importante: ritornare sul lago e al pesce d’acqua dolce che, come si vede, ama.