Oltre 35 milioni di euro per il solo restauro non sono pochi, e il risultato si vede. tappezzeria e cristalli, specchi e lampadari, mobili e drappeggi, oro e argenti accompagnano il cliente lungo camere, salotti e corridoi. Con qualche novità: la bella terrazza recuperata sul tetto, la nuova spa al piano di sotto e una novità funzionale: le barriere per l’acqua alta. E’ stata mantenuta la famosa scuola di cucina, non abbiamo invece notizie certe sulla ristorazione salvo che è affidata allo chef Daniele Turco. Il direttore è invece persona nota a tutti nel settore: Paolo Lorenzoni, che unisce la verve romana ad una lunga esperienza nel campo degli alberghi di fascia alta.
Paolo Lorenzoni
Dom Perignon secondo atto, va in scena nella famosa scuola di cucina del Gritti, protagonista il rosè 2002, secondo protagonista lo chef Pascal Tingaud con il menù “paradox” ideato da Jean-Francois Piège per l’occasione. Paradosso in onore al vino che in effetti è uno straordinario equilibrio tra finezza e complessità, tra eleganza e forza. Un vino che fa onore a questa celebre Maison, un vino al quale è difficile trovar un difetto: con un frutto ben bilanciato, che compensa con la sua dolcezza originaria l’austerità del dosaggio, uno sviluppo in bocca piacevole e mai piacioso. Un pranzo veramente ben organizzato, con tanta classe anche nel servizio e nello stile.