Ventesima edizione di Capolavori a tavola, organizzata come sempre da Simone Fracassi: un esempio di come con determinazione, testardaggine (e un pò di incoscienza), una persona di valore riesca a smuovere e a trascinare un territorio, nel caso nostro il Casentino, splendido, orgoglioso della sua peculiarità ed eccellenza, ma forse proprio per questo poco aperto verso l’esterno. Anno dopo anno Simone è stato capace di far arrivare qui personaggi di valore nel settore enogastronomico che non poco hanno contribuito alla sua crescita. Gli ultimi anni, per colpa del covid, sono stati particolarmente impegnativi, ma Simone è uno che non demorde. A lui va tutta la mia stima ed il mio affetto per quello che è riuscito finora a realizzare. Speriamo che continui, magari aggiornando un format che a volte sembra distrarre troppo dagli obbiettivi della manifestazione.
Paolo Teverini
Mancavamo da anni, ma nulla è cambiato, e l’assunzione va letta in senso completamente positivo. E’ uno di quei locali dove ci sono certezze acquisite: la buona accoglienza, la cantina superba, i prezzi corretti e una cucina che non può che piacere in quanto si basa su una esperienza che pochi possono vantare in Italia. Paolo Teverini ha sempre cucinato bene, e non capiamo perché se ne parli tutto sommato poco. E’ sempre in ottima forma, fisica e mentale, con una brigata giovane (merita la segnalazione la brava e giovanissima pasticciera) e con una serie di proposte di ottimo livello. A parte qualche nota sapida di troppo (salmone e scampo), per il resto come non apprezzare l’indubbia eleganza dei piatti e anche la loro bontà (in alto il pan di fegato e l’elegante e misurato risotto)! Insomma Paolo non delude di certo con la sua cucina, con il suo stile sobrio, con la sua persona sempre aperta al dialogo e ad affrontare la vita in modo costruttivo. Venire quassù significa rigenerarsi ed non sarà un caso che ci sono anche le Terme e adiacente al ristorante un ottimo centro benessere.
Una bella location, all’aria aperta (ideale con questo caldo) tanti prodotti e tanti chef in azione per raccogliere fondi per la charity. Capolavori a Tavola è un bell’evento che attira l’attenzione di tanti sul Casentino, una delle aree più interessanti d’Italia sia pe ril paesaggio che da un punto di vista gastronomico. Simone Fracassi lo anima con misura ed estro e sono tanti gli amici che vengono anche da lontano per partecipare a questa gioiosa kermesse.
Due eventi, il Forum e i Capolavori a tavola e quindi doppio risultato. Il parco (grande e bellissimo) del Borgo a Corsignano viene quest’anno completamente coinvolto e tra prodotti (formaggi, mortadella, prosciutti ecc..) chef (una ventina) e dessert (a bordo piscina) la cena diventa una maratona golosa dove è impossibile assaggiare tutte le proposte. Però la serata è piacevole anche per il bel tempo, la temperatura perfetta, gli spazi consentono di evitare code e resse, e tra un brindisi con le bollicine di Ferrari e il ciaccino di Menchetti si chiacchera amabilmente con tanti chef venuti da lontano. Un capolavoro di serata.
Mai stati a Gusto in scena prima d’ora, ma visto che eravamo a Venezia un salto era d’obbligo. La location è superba, le varie sale bellissime in particolare il salone superiore, monumentale. Non molti i produttori di food, più numerosi quelli del vino, mentre sul palco della cucina si sono alternati Herbert Hintner, Alessandro Gilmozzi (mentre eravamo lì) per chiudere con Paolo Teverini la giornata. Marcello Coronini ha avuto l’intuizione prima di altri di battere la strada delle intolleranze e delle dietologie particolari con la sua Cucina dei Senza sulla quale ha scritto anche un libro. E qui sul palco si sono presentate alcune ricette ispirate a questo tema.
Paolo Teverini, che continuità!
Che dire? trentanni e non li dimostra? o meglio li dimostra per maturità ed esperienza. Se i due antipasti dicamo di linea moderna non ci hanno entusiasmato, ma erano comunque più che accettabili; i due secondi più classici erano impeccabili, il branzino e sopratutto la beccaccia. Non sappiamo quanti in Italia potrebbero presentarla meglio, comunque sono in pochi. E buona anche la chiusura con il goloso dessert al mango e il divertissement dell zucchero filato. Insomma dopo 30 anni Paolo è sempre in forma.
Da quando è stato aperto volevamo venirci, ma non s’era presentata l’occasione giusta. Poi è arrivato l’invito del Consorzio del Parmigiano Reggiano ed è stato come prendere due piccioni con una fava. Bellissimo il labirinto, ma anche l’iniziativa del Consorzio: metterci la faccia, cioè non mostra sempre e solo il logo e far assaggiare un prodotto senza autore, ma invitare i produttori migliori a presentarsi e presentare direttamente i loro prodotti. E vista l’affluenza, la curiosità e le tante domande poste ai produttori presenti, pensiamo che questa sia la strada giusta.
Due sono i veri sconfitti nel giornata della Michelin: Davide Scabin che passa da due a una stella e Paolo Teverini che l’ha persa. Ha fatto più scalpore la prima notizia della seconda. Forse perchè di Paolo Teverini si sa ormai poco, ha punteggi medi sulle varie guide e il fragoroso mondo del web l’ha praticamente sempre ignorato. Eppure Lui è stato un grande chef e per me lo è tuttora indipendentemente dal livello delle sue attuali ricette. Penso che abbia circa trenta anni di stella michelin, una carriera lineare e continua, nonostante gli alti e bassi del mestiere, e le difficoltà incontrate nella ristrutturazione e allargamento dell’ospitalità del suo albergo. Lui ha sempre mantenuto l’eleganza e il sorriso, accanto al coraggio di portare avanti la sua professione non adagiandosi sulla posizione conquistata. E’ stato forse il primo in Italia ad avvicinare la cucina minceur, a scrivere un libro di ricette biologiche, a confrontarsi con dietologi e nutrizionisti. Ha speso larga parte della sua vita nella formazione dei giovani. Queste le sue doti professionali, ma non si possono non citare quelle umane. Non l’abbiamo mai sentito parlar male di un collega, mai una critica negativa verso nessuno, sempre un’apertura a collaborare e a fare squadra. Rispettiamo la Michelin, è una grande guida e sicuramente avrà colto delle imperfezioni e qualche lacuna, ma per noi, ripetiamo, Paolo Teverini rimane un grande esempio di come può essere interpretata la figura di un cuoco (oggi e non solo ieri). Anche su Davide ci sarebbe molto da dire in sua difesa. Ma non ha certo bisogno delle nostre parole, oltre che geniale e intelligente, è anche combattivo e determinato, e pensiamo che ha tutta la forza per riconquistare quello che gli appartiene, non di diritto (e la Michelin gliel’ha ricordato) ma grazie alle sue capacità.
Interrompiano gli eventi di Zurigo e Vienna (che riprenderemo domani) per una parentesi importante: il momento topico per i guidaioli, ovvero la presentazione della nuova guida Michelin. E’ sempre l’occasione per ritrovarsi, confrontarsi, cercare di capire i differenti punti di vista nel rispetto reciproco che sempre deve esistere. E’ una guida fatta da gente preparata che ha alle spalle tanta esperienza. Quest’anno relativamente poche sono le novità, soprattutto nella zona alta della classifica: due sole nuove 2 stelle (ma praticamente una sola, al bravissimo Peter Girtler dello Stafler di Mules, in quanto Perbellini già l’aveva, anche se a un differente indirizzo) e nessun nuovo 3 stelle. Insomma quasi calma piatta in alto. Anzi andiamo perfettamente in pari con la stella persa di Scabin, che facciamo fatica a capire perchè. Lo chef è geniale, e per giunta completato di una formidabile brigata dove spicca Giuseppe Rambaldi, uno dei migliori souschef d’Italia che garantisce la continuità. Più numerosi ovviamente i nuovi stellati. Siamo personalmente contenti di ritrovarne tanti felicemente passati da Emergente: Federico Belluco del Dopolavoro di Venezia, Edoardo Fumagalli della Locanda del Notaio, Oliver Piras de l’Aga ultimo vincitore, Cristoforo Trapani alla Magnolia, Cristian Torsiello all’Arbustico, Andrea Cannalire del ristorante Il Cielo, inserito nel Relais La Sommità di Ostuni, Alessandro Dal Degan del ristorante La Tana, Antonia Klugman del ristorante l’Argine…. Un plauso a tutti loro. Chiudiamo con le stelle perse. Alcune sono scontate, due sono da commentare, la Gallina a Gavi, un bellissimo ristorante con uno chef capace e per finire Paolo Teverini. Paolo fa parte della vecchia guardia, è un vero peccato, speriamo sappia reagire con la forza d’animo e la saggezza che lui sa avere nei momenti difficili: stiamogli vicini.