Le generazioni si alternano, ma per ora convivono e bene! La famiglia Tinari è un bell’esempio per i tanti ristoranti famigliari d’Italia, rimane unita, si aggrega, si divide le responsabilità, non si ferma mai. Al ristorante e alla locanda, hanno da qualche tempo affiancato una piccola azienda agricola che comincia ad offrire prodotti eccellenti. Insomma una sosta sicura e anche l’ultima volta è arrivata la puntuale conferma. Allietati da due grandi montepulciani d’annata, e da un tavolo vivace per i convitati presenti, ci siamo gustati il lungo percorso gastronomico impostato con misura, mai banale, che non presenta cedimenti e contaminazioni modaioli. Lungo il percorso forse meglio gli antipasti dei comunque gradevoli primi, e sempre ottimo l’agnello, questa volta in versione fritta, per noi inedita.
Peppino Tinari
Meritatamente premiata, ecco la ricotta di Alimonti che assaggiamo nel loro piccolo caseificio alle porte di Guardiagrele. Una bella famiglia che pian piano sta crescendo con la sua produzione sempre attenta a fare un passo alla volta per non compromettere l’eccellenza del prodotto.
Villa Maiella a Guardiagrele
Tre generazioni al Vostro servizio con una continuità e qualità non da poco: se non è un record poco ci manca. La famiglia Tinari da tanti anni accoglie e non delude, anzi si migliora pure. I due figli Arcangelo in cucina e Pascal in sala sono andati in giro per il mondo ad aprirsi la mente e a fare esperienza ed ora sono tornati agguerriti. Ma la generazione di mezzo è sempre al loro fianco, Peppino in sala ed Angela in cucina con la nonna Ginetta a vigilare. Insomma c’è sostanza e anche a tavola il menù si basa su una sana selezione di materie prime perlopiù locali, spesso di propria produzione (vedi il post dedicato alla fattoria), e su una cantina che negli anni ha accumulato etichette preziose della regione. I tantissimi assaggi che ci sono arrivati al tavolo non fanno che confermare l’alto livello della cucina, con qua e là qualche imperfezione (ad esempio la sfoglia troppo fine), ma alcune ricette meritano veramente la sosta. Su tutte quella delle 3 zucche e l’elegante lasagnetta di anatra alla quale manca solo una nota croccante.
Dietro un grande ristorante a volte (nei casi migliori) c’è anche una piccola azienda. Forse il primo a tracciare la strada è stato Don Alfonso, ora sono sempre di più quelli che hanno almeno un orto. Peppino Tinari per la sua Villa Maiella ha fatto un passo ancora più grande: una fattoria dove si allevano maiali, polli, oche che supportano con i loro prodotti i menù serviti al ristoranti. Non è solo saper sfruttare meglio le opportunità che offre l’ambiente, è anche riuscire ad offrire qualcosa in più che poi fa la differenza a tavola. Bravo Peppino.
Vini finalisti dei Vinibuoni d’Italia, Vini delle Colline Teramane, piatti preparati dagli chef di Qualità Abruzzo, pubblico di colleghi produttori e rappresentanti delle Istituzioni, ma soprattutto location d’eccezione: siamo tra le fortificazioni della fortezza di Civitella del Tronto. Dopo giorni di pioggia il tempo ci regala una serata sensazionale e crediamo che tutti i presenti si ricorderanno a lungo la magia di questa serata.
A Chieti città non c’è moltissimo, dal nostro punto di vista, cioè quello gastronomico, però un caffè storico come il Vittoria merita la sosta e una sorpresa è poi l’ enoteca Pensieri Magici, nascosta in un angolo della città, un negozio semplice, lungo e apparentemente modesto.
L’ appuntamento estivo di Symbola, la fondazione per le qualità italiane, si è svolto questa volta in Abruzzo, tra Chieti, teatro Marrucino e Guardiagrele.