Grande e spettacolare cena organizzata come ogni anno dal Gambero Rosso in occasione della presentazione della guida dei Ristoranti. 10 chef ultranoti come Tonino Cannavacciuolo, Philippe Leveillè, Niko Romito, Ernesto Iaccarino, Gianfranco Pascucci, ANthony Genovese, CIccio Sultano, Heinz Beck, Riccardo Monco e Carlo Cracco, hanno cucinato per una grande platea di invitati.
Philippe Leveillè
Una bella festa davvero il Festival della Gastronomia di Milano. Sabato e domenica grazie anche alla concomitanza con Re Panettone, l’afflusso è stato incontenibile, e moltissima gente ha incoraggiato le selezioni di Emergente Pizza e Emergente Chef. Il lunedì, (giorno al quale si riferiscono le immagini), tanti chef e albergatori convenuti per la presentazione delle guide del Touring e gran finale di Emergente Nord. ringrazio Francesca Negri e Marco Colognese che mi hanno sostenuto nella conduzione, ringrazio i tanti giurati, molti chef e moltissimi giornalisti accorsi per l’occasione, ringrazio sopratuttto i concorrenti, bravi disponibili leali. Si sono perfino aiutati l’un l’altro e insieme hanno fatto ottima figura. Ricordiamo i vincitori, Rocco Santondell’Horteria di Miarno (VE), Antonino Micalizzi del Gellius di Oderzo (TV), Marco Primiceri del The Cook di Genova. Bravo anche Giacomo Gaibisso della Locanda dell’Asino di Alassio, che sarà chiamato in causa per la Finale autunno 2019 in caso di assenza di uno dei finalisti. Tanti i bei nomi dell’alta ristorazione presenti e grande festa finale con i vincitori. Ultimo ringraziamento va’ agli sponsor, indispensabili per il sostegno della manifestazione.
Avvertenzza: chiediamo ancora pazienza a chi ci segue, il sito è in fase di ristrutturazione e speriamo di lanciarne uno nuovo a breve.
Bella apertura di Emergente nord con una prima batteria, quella piemontese, di altissimo livello. Lode quindi ai 4 concorrenti: Marco Primiceri di Antica Corona Reale a Cervere, Federico Ferrari il coraggioso chef del Mirepuà a Rivalta Bormida (andatelo a trovare ne vale la pena!!), Marco Valentini dell’intrigante Hafastorie di porta Palazzo a Torino, e Cristian Mandura del Geranio di Chieri. Alla fine la giuria decide di far passare in finale non uno ma due chef, visto l’alto livello di partecipazione: Cristian Mandura e Marco Primiceri.
Quasi mezzo milione di euro (450.000) questo lo storico risultato, il migliore di sempre, per la diciassettesima edizione dell’Asta del Tartufo che quest’anno ha interessato, oltre la storica sede del Castello di Grinzane anche il ristorante Otto e mezzo di Umberto Bombana a Hong Kong e la novità di Filadelfia con un ritorno in USA dopo un’assenza di vari anni. E la formula ha funzionato con i vari lotti che hanno visto una crescita trionfale fino all’ultimo, il più importante, aggiudicato allo chef cinese Zhenxiang Dong, ad oltre 100000 euro (peso complessivo dei due tartufi 1150 gr). Parte del ricavato è andato a Norcia, città del tartufo, colpita recentemente dal terremoto, ed era infatti presente una delegazione ospite di Alba. Tre chef sono stati nominati ambasciatori del tartufo: Mauro Colagreco, Philippe Leveillè e per l’appunto Zhenxiang Dong. L’abbinamento con il barolo ha ancora di più sottolineato l’appartenenza ad un territorio e la grande vocazione internazionale del comparto enoagroalimentare delle Langhe.
Un quarto di secolo fa la prima edizione ad Argente, poi poche altre. Non ce ne siamo persa una: Saperi e Sapori è stato il primo vero evento gastronomico d’Italia, una vetrina per alcuni chef già allora famosi, un punto di incontro per altri che nessuno ancora conosceva, come un certo Ferran Adrià o Massimo Bottura poco più che ventenne. Ora Igles riprende il suo cammino, purtroppo interrotto, per riproporre un nuovo Saperi e Sapori nel lusso e nello splendore di Villa Rospigliosi. Tre serate, tema caccia, noi siamo stati alla prima. Un menù di grande spessore, un servizio altrettanto efficiente e puntuale, una serie di vini interessanti. Insomma sono ripartiti alla grande. Una breve carrellata dei piatti: pane vario sfornato da Franco Franciosi di Mamma Rosa (Avezzano), antipasto di gran gusto ma un pò piacione di Uliassi (con mezz’etto di tartufo sopra), tortelli intensi e giustamente masticabili di Peter Brunel. Poi i due piatti sopra le righe: le “non” tagliatelle di zuppa di mare addensata di Roy Caceres, solo troppo impegnative come porzione, ma assai intriganti, e la classica coscia fondente di anatra (a trovarne di cosi buone!) di Philippe Leveillè. Difficile chiudere con un dessert ispirato alla lepre, ci ha onestamente provato Aurora Mazzucchelli.
30 anni di Soste e in 30 anni l’Associazione ha indubbiamente rappresentato il meglio della ristorazione italiana. Ne hanno fatto parte praticamente tutti, anche se magari qualcuno è entrato ed uscito. In questi trentanni forse si sarebbe potuto fare qualcosa in più per valorizzare la cucina italiana, ma almeno questa volta si presentano con un libro completo ed originale che fotografa al meglio lo status attuale.
Ci mancavamo da 15 anni ed è come se fosse ieri. Noi siamo invecchiati, l’Harry’s Bar è sempre uguale a se stesso. Il mito non cambia, il mito resiste, il mito è sempre un’esperienza da consigliare almeno una volta. Un luogo fatto a immagine e somiglianza del titolare, Arrigo Cipriani, i cui gusti e scelte possono essere opinabili e discutibili, ma sono scelte personali fatte da un grande professionista che ci ha sempre poi messo la faccia e i soldi.
Una bellissima giornata di sole a Venezia e un bell’incontro con Arrigo Cipriani e Philippe Leveillè. Si è parlato di Italia e Francia, in cucina, a tavola: quello che ci unisce e ci differenzia. Un incontro animato e reso interessante e vario dai molti aneddoti e dalle grandi personalità dei due protagonisti.
Cena di celebrazione delle 24 tre forchette. Non tutte presenti (ad esempio Massimo Bottura è a New York) e non tutte in cucina, ma solo la metà. Gli altri seduti al tavolo. Una bella festa davvero!