Italian gourmet al Superstudio, una specie di Taste al coperto con solo chef stellati, il tutto organizzato come un grande village con ampie cucine di supporto. C’era anche un convegno sul futuro delle guide, con vari noti Curatori di Guide (anche il sottoscritto) e alcuni Chef in rappresentanza delle associazioni. Si doveva parlare del futuro, poi ognuno ha parlato dei propri casi personali. Insomma un’occasione persa. Meglio andare a vedere cosa combinavano i cuochi nei loro box.
Pietro D’Agostino
La Capinera di Pietro D’Agostino
Appena all’uscita del casello è questa Capinera che da anni rappresenta l’approdo sicuro prima di salire al centro storico. Pietro D’Agostino sembra ancora un ragazzo, ma è chef di lunga esperienza, rientrato nella sua terra dopo anni al nord per proporre una cucina di chiara rispondenza territoriale, semplice lettura, misurata nell’innovazione, centrata nei sapori siciliani. In cucina con lui Concetto Rubera da molti anni, e i giovani Cornel Muscalu, Giulia Muzzoni, Emanuele Garosi. Il piatto bandiera è l’ottima passeggiata siciliana che apre il nostro menù e che vede il polpo accompagnarsi con garbo ai classici ingredienti isolani. Ingredienti come la cipolla di Giarratana, il finocchietto selvatico, il cappero, la mandorla e così via che si ritrovano puntualmente lungo il percorso coniugati in note dolci, evitando asperità e contrasti che non sembrano nelle corde dello chef. Anche le note acide, che spesso introduce nella ricetta come appunto il cappero, l’acciuga, gli agrumi, alla fine rimangono in secondo piano per lasciare spazio all’agrodolce più dominante. Tutto è piacevole e buono, ma certo con qualche contrasto in più riteniamo che il menù sarebbe anche più interessante. I piatti migliori? Oltre al citato polpo, ci sono sembrati ben centrati la ricciola e a seguire il dentice.
Calda giornata quasi estiva per il pienone degli chef per le vie di Taormina. Non era facile organizzare un evento dispersivo lungo i due chilometri del corso, portando cibo ed attrezzature nel centro storico, invadendo piazze e negozi. Ce l’hanno fatta e anche bene, quindi complimenti ai tanti che hanno lavorato all’evento. Una bella festa gastronomica che ha coinvolto i tanti turisti in transito, incuriositi, ma forse poco preparati. Il prossimo anno bisogna prevedere più interpreti o comunque spiegazioni anche in inglese.
Marco Torasso, a noi italiani il suo nome magari dice poco, eppure questo chef sovraintende la ristorazione del Grosvenor House Dubai e de Le Royal Meridien Beach Resort sempre a Dubai, per un totale di oltre 24 punti di ristorazione, alcuni dei quali, come il Buddha Bar e il Toro Toro fanno oltre 600 coperti ogni sera, altri sono rinomati per il fine dining come Indego (chef Vineet, due stelle michelin, miglior ristorante di cucina indiana del Middle East), alcuni orientati sui prodotti di prestigio, come il Crudo Bar e l’adiacente Champagne Bar e altri ancora. C’è anche un ristorante gourmet italiano con Thomas Marchi ai fornelli. In totale oltre 400 persone da gestire per assicurare gli standard di qualità richiesti. Complimenti a Marco che conserva calma e sicurezza, chiaccherando fluentemente in 4 lingue diverse. Un grande chef, un grande italiano all’estero.
Girare per le due torri del Grosvenor House ci si sente un pò come Alice nel paese delle meraviglie, un paese variopinto e pieno di effetti speciali dove l’Italia gioca un ruolo importante. Marco Torasso sovraintende le varie cucine, al giovane Thomas Marchi, ben coadiuvato dall’estroso Davide in sala, è affidata al cucina del K45 il bel ristorante italiano con strepitosa vista sul JBR (Jumeira Beach) e The Palm. Cucina dove non mancano gli ingredienti preziosi (crostacei e tartufi), ma dove troviamo anche il parmigiano delle vacche rosse e una mano felice negli abbinamenti. In occasione del Summit è qui come ospite Pietro D’Agostino che ripropone la sua brillante linea che ben si alterna a quella dello chef resident: piatti leggeri e ben presentati.
Una città in festa per la pasta (e non solo). Ogni piazza uno spettacolo, musica, un pò di sapore di sagra, ma anche tanta qualità nelle storiche taverne della Quintana. E poi un pò di quiete all’Osteria Le Botti, dirette con il solito estro da Livio Fancelli.
Eventi all’ Open Colonna: Identità golose e Finale nazionale di Emergente
Maria Alaimo, qui sopra, in pasticceria per la squadra di Siracusa Catania, giovanissima, ma nemmeno la più giovane del gruppo.