E’ forse la prima volta che l’Orvieto dei vini si presenta così unito compatto e voglioso di far sentire la propria voce ed i propri vini. Il tutto sotto la regia di Riccardo Cotarella, grande anfitrione. Quando chiama lui difficile deluderlo e quindi c’è un pienone di voce autorevoli. La sorpresa è il vino, declinato dai vari produttori in differenti tipologie, mantenendo in genere quel tocco morbido che fa la differenza, anche nelle bollicine.
Renzo Cotarella
Tre donne, Dominga, Enrica, Marta, tre C come Cotarella e tante altre parole, come ad esempio coraggio, creatività, costanza, culo (perchè no?) che vanno a passo di carica (altra C). Siamo alla Cantina Falesco prima, e poi al Museo del Vino di Castigliane in Teverina, per gli auguri di Natale, ma anche per la presentazione di un progetto. C’è un cambio di generazioni tra la prima e la seconda dei Cotarella, un ideale passaggio di consegne tra Riccardo e Renzo e le loro tre figlie, la dichiarazione di un impegno di quest’ultime a rilanciare in grande. Tutto sommato Riccardo e Renzo hanno scritto la storia del mondo del vino italiano pensando più all’esterno che dentro casa loro. Ora le figlie ripartono da Falesco per allargarne i confini, dividerne gli stili creando all’interno una superiore denominazione: Famiglia Cotarella dove ci mettono nome e faccia. E non solo, c’è anche il progetto di una nuova scuola di formazione (Intreccci con tre C) e tante cose ancora. Insomma una vera rivoluzione in famiglia e per annunciarla hanno fatto le cose in grande richiamando a Castiglione un bel numero di persone con un bel menù e tanti importanti vini, della loro collezione ma non solo. Che dire? ben vengano nuove generazioni con questa voglia di crescere lavorare ed investire, ci sembra purtroppo raro in Italia.
Il lunedì è sempre stata la giornata di punta, di più alta frequenza e con la presenza di tanti chef oltre che operatori del vino. Difficile far 10 metri senza incontrarne uno. Difficile dire no ad un assaggio di vino, per altro in genere buono. E alla sera quando tutto sembra finito, si ricomincia!
Presentazione a Roma della guida dei vini di Daniele Cernilli ed è subito gran folla, di produttori e di appassioanti per assistere alla verticale di Tignanello e al grande assaggio dei vini premiati. Conosciamo Daniele da 35 anni, per noi rappresenta l’Enciclopedia del Vino.
Non deve essere stato facile radunare insieme tanti megaVip, ma Riccardo Cotarella è un mago e ci è riuscito. Eccoci qui a presenziare all’avvenimento, ma dobbiamo dire che non ci hanno deluso, sia perchè i vini assaggiati poi alla fine sono anche buoni e alcuni più che buoni, ma anche perchè il vino riesce ad unire personalità e mondi diversi ed alla fine ci siamo ritrovati tutti insieme a brindare, e qualcuno anche a cantare. Un plauso al servizio veloce e anche ai piatti (non leggerissimi, visto che dovevano essere tanti, ma bisogna tener conto che la maggior parte dei vini erano rossi e di spessore). Un plauso anche agli interventi: di circostanza (da D’Alema a Vespa) di ricordi (dalla Nannini alla Todini), misurati (da Moratti ad Al Bano). Nota di demerito solo per Oscar Farinetti, ha chiuso con un riepilogo dei 7 vini assaggiati, dove è passato dalle note sensoriali di brillantina a quelle del borotalco sulla pelle di un bambino. Ci ha fatto divertire, ma se l’avesse fatto uno di noi sarebbe stato crocefisso per secoli a venire.
Il “Gran Tour” nell’Italia del vino può essere un grande appeal internazionale e ulteriore motivazione a scoprire l’Italia, anche quella meno conosciuta. Moderati da Luciano Ferraro, ce lo confermano Christian Eder (venite in Alto Adige), Patricia Guy (la scoperta dei Colli Euganei) e l’entusiasmo di Isao Miyajima, un giapponese che parla l’italiano a velocità pazzesca e che l’Italia l’ha percorsa quasi tutta. Siamo all’Expò, in un affollatissimo sabato.