Calda giornata quasi estiva per il pienone degli chef per le vie di Taormina. Non era facile organizzare un evento dispersivo lungo i due chilometri del corso, portando cibo ed attrezzature nel centro storico, invadendo piazze e negozi. Ce l’hanno fatta e anche bene, quindi complimenti ai tanti che hanno lavorato all’evento. Una bella festa gastronomica che ha coinvolto i tanti turisti in transito, incuriositi, ma forse poco preparati. Il prossimo anno bisogna prevedere più interpreti o comunque spiegazioni anche in inglese.
Riccardo Agostini
Merita il paese, il posto e la cucina. Come dire che non rimpiangerete le curve e la deviazione che comunque farete per arrivare fino a qui; mancano ahimè le camere, ma Vi consiglieranno ottime alternative. E’ l’ideale per una fuga romantica in un borgo che è sospeso tra le Marche e la Romagna e passerete una bella serata affidati a questa coppia elegante e schiva: in sala Claudia, sempre attenta e sorridente, in cucina Riccardo per tanti anni braccio destro di Vissani. Una cucina che parla la lingua locale, ma che rimane sempre leggera e curata, e soprattutto molto attenta alla vivacità cromatica e a non annoiare. Una cucina che convince per tecnica e varietà di temi, che solo a volte si perde a inseguire qualche dettaglio tralasciando di sottolineare l’ingrediente principale. Tra i piatti migliori: il sandwich di coniglio, lo spiedino di quaglia e il plumcake finale, leggermente sottotono la zucchina al pomodoro, lo gnocco e il risotto.
Si moltiplicano, ed è un bel segno, le iniziative di solidarietà ai terremotati, in particolare ai ristoranti che sono stati danneggiati. Oggi è il gran giorno di Bologna, dove al ristorante Leoni si alterneranno molti chef giunti da ogni parte, specialmente dall’Emilia. Venerdì sera si è svolta la cena romagnola organizzata dalle Giare di Montiano, che vi raccontiamo nelle immagini a seguire, con Parini, Raschi, Liuzzi, Agostini, Casali. Martedì 17 luglio sarà la volta degli chef della Capitale, da Beck a Troiani, da Genovese a di Giacinto che cercheranno di raccogliere fondi negli ampi spazi di Atlas Coelestis.
Il radicchio se la passa bene, l’ inverno rigido e la pioggia abbondante ne hanno aumentato la qualità , insomma non tutto il male vien per nuocere.