Ed ecco i piatti degli 8 chef, inutile dire che erano tutti buoni e interessanti. Tra quelli che non avevo mai assaggiato mi hanno colpito gli scampi old fashioned di Alajmo e la leggera spuma con baccalà di Cerea. Veramente bravi tutti per una grande serata.
Riccardo Monco
Appuntamento ormai obbligato, ma non per questo meno piacevole. C’erano quasi tutti i protagonisti del mondo della ristorazione alla Leopolda per la presentazione della nuova edizione della Guida dell’Espresso a dimostrare che poi alla fine qualcosa contano sempre (le guide stampate). tanti saluti ma anche tanti assaggi degli ottimi vini presentati nella grande degustazione aperta alla fine delle premiazioni. Tra i vini vince il trebbiano di Valentini, tra i ristoranti vincono in tanti, ma è Bottura (assente giustificato) quello che svetta da solo.
Loro esistono da poco più di 40 anni, noi li conosciamo da 30. Abbiamo visto passare tanti chef, altrettanti sommelier e persone di sala, anche perchè è uno di quei pochi ristoranti d’Italia che si permette di avere brigate complete, divise per compiti e ranghi, dove ogni dettaglio è curato e preso in considerazione. La cantina è giustamente famosa per ampiezza e varietà di proposte, di verticalizzazioni all’indietro nel tempo di etichette famose, ma quello che colpisce è anche la preparazione degli addetti ai lavori che continuamente si esercitano sotto la guida attenta di Giorgio Pinchiorri. Il giorno della nostra visita, un giovedì sera di febbraio, la sala era piena con molti stranieri (ma non solo) a testimoniare l’ormai consolidata fama dell’Enoteca. E sui tavoli circolavano Petrus, Yquem e altri famosi nomi di Francia e non solo: qui il vino non è solo in cantina ma si stappa anche al tavolo. La cucina è sempre stata un altro punto di forza. Per alcuni secondario rispetto al vino, ma noi non siamo di questo parere, qui si è sempre mangiato più che bene e si continua a cucinare nell’eccellenza. Il merito va ad Annie Feolde, attenta assaggiatrice e cuoca sensibile che ha ospitato chef di grande talento come Cracco, Genovese, Baiocco ed altri ancora. Da anni la cucina è affidata a Italo Bassi e Riccardo Monco, che dopo qualche digressione e cedimenti alla moda nel passato sembrano ora tornati verso una cucina più classica, ma sempre elegante e di sostanza, fortemente impegnata sulla centralità del gusto. Inconsueto ed originale il plateau degli stuzzichini iniziali anche se un pò pesante, poi si prende subito il largo con l’ottimo polpo con crema di zucca. Ci sono molto piaciuti il piatto con le lumache e quello con la patata anche se esteticamente migliorabili.
Cooking for Art è stato anche un intreccio di cuochi, quelli del Crystal Garden e del Cooking Show, di chef giovani e giovanissimi, se consideriamo il quindicenne e bravo Andrea Bigliardi di Verissimo (Canale 5), di prodotti di montagna e bollicine di montagna, di gadget curiosi e pareti da scalare. Insomma un panorama vario che ha saputo far presa e non annoiare di certo i tanti visitatori. Arrivederci al 2013!
Cooking for Art : la presentazione della Guida Touring, le premiazioni del Centrosud
Ventesima edizione della Guida Touring alberghi e ristoranti, per me è la diciannovesima volta! Ed è bello vedere la sala con tante persone venute anche da lontano a testimoniare il loro interesse e la loro gioia di far parte di questa guida e di questo mondo. Grazie a tutti, personaggi famosi e meno noti, ognuno di loro cerca, come può, di andare avanti e contribuire alla ricchezza del Paese. Arrivederci a Pavia, lunedì 19 novembre per le premiazioni del Nord.
Vini sublimi e cucina che non è da meno, il tutto servito e condito da una professionalità che ha pochi riscontri in Italia. Ci siamo capitati nell’ultimo giorno di luglio prima della chiusura estiva (poi avevamo perso le foto che solo adesso abbiamo ritrovate e quindi andiamo a pubblicare). Ebbene non c’era un segno di “smobilitazione”, salvo un giustificato brindisi finale alle vacanze che sarebbero iniziate.
Pochi sanno che Giorgio Pinchiorri è modenese, dell’Appennino, proprio vicino a dove è nato anche Vasco Rossi. E da questi luoghi arrivano alcuni dei prodotti di eccellenza che poi utilizza nel suo ristorante di Firenze, l’Enoteca Pinchiorri, in particolari i salumi di mora romagnola, allevata allo stato brado di Ca’ Lumaco a Montetortore di Emanuele Ferri. Così nasce l’idea di fare un cena per i terremotati dell’Emilia e di buon grado aderisce gratuitamente Simone Arnetoli, del Galateo di Firenze.
Bella l’ idea di dividere idealmente i 66 tavoli da 10 invitati l’ uno, in 22 gruppi di 3 tavoli. Ogni gruppo dotato di un tavolo di servizio al centro con tre chef a preparare in diretta i 30 piatti.