Il ristorante è storico, vanta 140 anni di vita e quindi va rispettato se non altro per la sua storia. Un ristorante quasi monotematico come è raro vedere, imperniato tutto sul baccalà con pochissime alternative, per altro ignorate dagli avventori che giustamente ordinano tutti il baccalà alla vicentina, ma non solo, perchè qui si coniuga in vari modi. Siamo con Laura Avogadri e Roberto Astuni, due ristoratori attenti, innovativi nei loro campi, ma giustamente attenti alla tradizione quando ben eseguita. Ed in effetti i piatti che arrivano sono più che accettabili e piacevoli anche oggi. Magari la sala, rimasta anch’essa fedele ad un ambiente fissato nel tempo, avrebbe bisogno di un sorriso in più.
Roberto Astuni
Abbiamo sostenuto già due anni fa al Wine Festival di Merano, la validità e sostenibilità dei vini PIWI, vini prodotti da vitigni resistenti alle malattie fungine. Da allora sono cresciuti i produttori e le bottiglie e la nicchia è sicuramente sempre più interessante e non più solo un capriccio di pochi. Giovedì 17 settembre si terrà una cena-degustazione organizzata da Roberto Astuni del Bike Hotel Alla Corte con cinque di questi vini, di quattro cantine diverse, in abbinamento ai piatti di Cristopher Carraro chef di Impronta, il bellissimo ristorante di Bassano del Grappa dove lui opera. <
Nuova curiosa e importante novità. La dobbiamo alle capacità imprenditoriali di Roberto Astuni, un albergatore che non si ferma mai, e a quelle tecniche di Riccardo Antoniolo, talebano del lievito, che si è fatto ben conoscere con l’800 a Bassano. Qui siamo poco distanti in quello che presto sarà un nuovo piccolo e piacevole albergo curato a puntino al centro di Pove. Un bistrot dove la pizza è al centro della scena, coniugata in tanti modi, con differenti percorsi, lievitazioni e con chiare ambizioni di proporre un qualcosa di differente dal solito. Roberto d’altronde oltre alla passione per i dolci, per il pane e per i lieviti, si destreggia bene anche in cucina e le sue soluzioni sono interessante. Potremmo dire pizza con cucina e ottimi ingredienti, che alla prima impressione funziona, nonostante fossimo in una specie di serata di prova, in compagnia di amici e, cosa singolare, produttori di vini PIWI già incontrati a Merano, e la presenza di un caro amico: Gianni Capovilla, re dei distillati. Impegnativo ma buono il percorso proposto con tutte le pizze di livello con la vertice, per noi, quella al radicchio e musetto. Unica osservazione, il menù di sembra un pò troppo didattico e articolato, forse sarebbe meglio proporlo in veste più semplice e diretta.
Seconda volta di “Contaminazioni” ovvero l’asparago bianco in veste nuova. Questa volta è Roberto Astuni che ospita l’evento direttamente nel suo albergo rinnovato che è ormai una sede ampia e funzionale. Tre chef del posto: Gilfy Hajrai, la chef residente del ristorante Sant’Eusebio, e ancora Martino Zardo del Portego e Riccardo Antoniolo dell’800 rispettivamente di Cittadella e Bassano. Chef ospite Pietro Parisi, noto chef campano che tanto ha fatto parlare di sè grazie ai suoi libri, alla sua azione a favore dei contadini del territorio, alla sua denuncia contro la camorra e alla sua instancabile attività (ormai sono 5 i locali che segue). Una bella serata dove gli chef hanno dato ampia prova della loro capacità e con Pietro Parisi che si è perfettamente integrato. Non aveva mai neppure visto l’asparago bianco di Bassano nella sua vita, ma all’atto pratico lo ha poi egregiamente manipolato.
i 4 chef ce l’hanno messa tutta: Tema: l’asparago bianco come non l’avete mai visto. Svolgimento: Marco Bottega l’ha frullato e abbinato all’uovo, ma anche all’aria di osso di prosciutto. Takeshi Iwai ad un petto di pollo da lungo applauso. Nikita l’ha trasformato in treccia, cotta al forno e affumicata per poi servirlo con fiori edui ostrica e caviale. Il più trasgressivo è stato forse Simone Cipriani, che ha trasformato l’asparago bianco in uno verde. Il risutlato è stato notevole, i presenti non hanno staccato lo sguardo dalle piccole magie di questi bravi chef e alla fine i commenti sono stati più che positivi.
Asparagus, in nome e per conto dell’asparago bianco di Bassano, una delle grandi produzioni contrallate d’Italia che fa la differenza con il resto de mondo. Si celebra la rassegna dedicata all’asparago bianco e noi come tema libero (ci potevamo inventare qualsiasi cosa), abbiamo scelto: “contaminazioni” ovviamente con l’asparago di Brassano protagonista. Intanto, in attesa dei cuochi, ci godiamo la bella rassegna ambientata nel Museo Civcio di Bassano.
Pasquetta, gita fuori porta come vuole la tradizione, ma meglio in bicicletta. Hotel Alla Corte di Bassano del Grappa: non a caso ha vinto un premio speciale del Touring Club Italiano. Grazie all’impegno di Roberto Astuni, infaticabile titolare, è diventato un posto ricercatissimo per tutti i bikelovers d’Europa che qui troveranno oltre all’ospitalità una serie di gadgets, attrezzature, libri, percorsi suggeriti, bevande defatiganti al mattino ecc.. che fanno la differenza. Semplice e corretto, da prendere come esempio ed il prossimo investimento sarà nella ristorazione: come dire che ci torneremo.
Con Roberto Astuni e Luca Chenet visitiamo uno dei miglior caseifici di pianura. Il latte viene raccolto nelle zone limitrofe, e subito poi lavorato nelle due tipologie del latte termizzato e crudo (con la seconda si lavora il grana e l’asiago allevo). I numeri sono notevoli, ma la qualità pure e viene messa grande attenzione a tutti i dettagli. Uno dei loro prodotti è il celebre Collina Veneta, primo formaggio d’Italia solo pochi anni fa.
Ca’ Biase gode di ottima posizione dominante la collina. E’ un vero spettacolo da quassù vedere le vigne con i loro colori autunnali. E il simpatico titolare, Innocente Dalla Valla, ci fa assaggiare gli schietti autoctoni che produce e la nostra preferenza va ad un vespaiolo di qualche anno, ancora perfettamente fresco e suadente.
Seconda giornata di gara con la premiazione delle strutture migliori per l’ospitalità secondo la guida del Touring Club Italiano, e due batterie di gare riservate al nordest (con Liguria). Due belle sfide seguitissime dal folto pubblico degli appassionati, ed alla fine vanno alla finale di lunedì (cioè oggi): Michele Lazzarini sous chef al St Hubertus di San Cassiano e Pietro Montanari della Cesoia di Bologna. Che si ritroveranno in finale anche i tre finalisti prescelti il sabato. Per la pizza in finale ritroveremo: Niccolò Serradei di O Fiore Mio, Matteo Finazzi della pizzeria Brian, Indrit Haraciu di Berberè, Matteo Attianese della Cascina dei Sapori.