L’albergo è tra i nostri preferiti per l’accueil, la bontà di un servizio cortese e non imbalsamato (guidato da Carlo Bevilacqua e Maurizio Rossetti), l’originalità di una sala ad anfiteatro con lo sfondo della vetrata che si apre sul verde. Il ristorante vede abitualmente passare chef di grande fama per l’evento Epicurea, e uno di questi, Matt Orlando, lo incontriamo nel giorno prima della sua esibizione. Tra uno chef e l’altro quotidianamente è questo il regno di Roberto Di Pinto, ennesimo chef napoletano trapiantato al nord, che porta qui i sapori e i colori della sua terra, aiutato da Aldo Ritrovato e Antonio Restucci. L’obiettivo dichiarato è quello di “Trattoria di lusso” ed in effetti ci pare un messaggio rispondente. Non c’è la ricerca dell’effetto speciale, non c’è l’assemblaggio ad arte di tanti ingredienti, non c’è la corsa all’abbinamento esclusivo e sensazionale. Si viaggia sui sapori sicuri e piacioni delle tartare (ben 5 in apertura: salmone, scampi, mozzarella, ricciola, vitello), sulle porzioni generose, su un ricettario di collaudato riferimento (aglio olio peperoncino, acqua pazza, pomodoro e basilico). E forse hanno ragione loro.
Roberto Di Pinto
Epicurea è un’intelligente rassegna di chef stranieri, scelti da Andrea Petrini tra i più giovani, interessanti e creativi. Una vera occasione per conoscere stili e tendenze di cucina di tutto il mondo, una rassegna voluta da Attilio Marro, uno dei nostri migliori direttori d’albergo. Sere fa è stata la volta della cucina peruviana, sicuramente tra le più interessanti in senso assoluto, e protagonista il suo chef forse più rappresentativo, Virgilio Martinez del Central di Lima, quotatissimo nella 50 Best Restaurants, che da qualche tempo opera anche a Londra. Siamo all’Hotel Bulgari di Milano, nella bella sala con vista sul parco, tra bella gente e qualche collega. Ad assistere Virgilio e la piacevole moglie Pia, la brigata dell’albergo guidata da Roberto Di Pinto. Proprio Roberto apre il menù con una buonissima ostrica con granita, e poi scorrono i piatti di Virgilio, ricette eleganti, leggere, molto colorate, piene di sapore. Ricetta dove a volte l’ingrediente principale va in secondo tono un pò coperto dal contesto, ma dove il gusto complessivo è molto ben centrato. I piatti migliori? l’avocado brasato con quinoa e la carne wagyu, il meno brillante a nostro parere il dessert al cacao.
L’albergo è affascinante e anche l’aria che si respira all’interno, a cominciare dal bar, uno dei migliori del genere, dove tra stuzzichini e volteggi di bicchieri si passa una mezzora elegante e frizzante al tempo stesso. Il ristorante sembra quasi andare in controtendenza, con una proposta volutamente semplice, quasi disadorna (a volte un pò troppo, pensiamo al pur ottima tartare), che punta alla sostanza, alla leggerezza, alla solidità della tradizione italiana. Obbiettivo raggiunto ad esempio nei deliziosi totanetti e puntarelle, un pò meno in un pesantissimo risotto con bisque, mentre le tagliatelle al ragù di capriolo proprio leggere non sono, ma travolgono piacevolmente con la loro opulenza.