Con il caldo di una piena estate c’eravamo fermati solo per un saluto, poi è arrivato il cocktail hibiscus fatto con aceto di fiori di ibisco fatto in casa olio al peperoncino, kombucha al the verde e bitter, poi un finger tira l’altro, e come non si può che rimanere a bocca aperta a vedere la perfezione delle squame di pesce soffiate o ad assaggiare la melanzana più buona mai provata? (Scoperta per caso quando Giuseppe appena arrivato a Tokyo andò a mangiare in un locale giapponese che non aveva menù in inglese e ordinò alla cieca le melazane non sapendo cosa potesse arrivare. Da quell’assaggio l’idea della ricetta). Giuseppe si conferma uno dei migliori giovani chef, con un potenziale ancora tutto da scoprire.
Roberto Lettieri
I primi complimenti li facciamo ai genitori: mamma Rosaria e papà Domenico, gente sana e tranquilla che gestisce da anni un pub tradizionale ben frequentato dal circondario. Hanno, giustamente, lasciato andare il giovane Giuseppe in giro per il mondo, dalla Pergola di Beck al Social di Dubai, dall’Australia a Tokyo e hanno visto tornare il figlio con un bagaglio di esperienze senza pari e una moglie (deliziosa) giapponese: Yuki. Altri forse l’avrebbero buttato fuori di casa, loro non solo gli hanno aperto le porte, ma si sono messi al suo servizio, aiutandolo a d aprire questo nuovo locale. Chissà come hanno reagito quando hanno visto che la spigola freschissima presa all’amo lui la lasciava frollare una settimana, o vederlo fermentare le verdure dell’orto ed altre alchimie che il figliolo produceva? Ovviamente noi siamo ben contenti di quello che è successo: abbiamo un nuovo locale che si impone subito per qualità, proposta contemporanea, saggezza creativa. Un locale che potrebbe tranquillamente essere a Roma o a Milano, e che speriamo riesca a trovare consensi anche qui. Un locale che brilla per la qualità del suo chef, che però dimostra anche di sapersi scegliere i collaboratori: in sala Marcello Ascione ha passione e talento, in cucina Gabriele Cardillo e Piero Campanale operano con grande efficienza sui tanti dettagli che la cucina di Giuseppe richiede e in pasticceria e al pane è il bravo Roberto Lettieri.
La serie dei tanti assaggi è bella varia e lieve grazie alla leggerezza intrinseca della cucina, al largo usa della fermentazione, alla precisione delle cotture. Un percorso che trova spunti di grande interesse (gli stuzzichini iniziali, il fresco prosciutto e melone, i buoni tortellini, la spigola e l’anatra, il goloso pina colada) qualche piccolo inciampo (i moscardini troppo sapidi, il riso leggermente troppo cotto, l’involtino di carota troppo forte per l’anguilla, il dessert alla nocciola con poco contrasto acido). Un locale che non può comunque mancare per gli appassionati che amano la cucina e la sua evoluzione.