Ecco una breve ma intensa selezione di personaggi incontrati durante la Selezione italiana del premio Bocuse d’Or.
Roberto Mostini
Un venerdì tutto dedicato all’alta cucina presso il Palafiori di Sanremo. La selezione italiana del prestigioso premio di cucina Bocuse d’Or si è articolata tra imponenti vassoi da portata e curiosi piatti. I cinque chef in gara, Alessandro Buffolino, Davide Zunino, Christian Milone, Cristiano Tomei e Diego Rigotti si sono sfidati al fine di conquistare il favore della giuria per poter accedere alla qualificazione europea di Stoccolma a maggio. Tutti i concorrenti hanno dovuto presentare un piatto a base di pesce e uno a base di carne, secondo le regole del celebre conocorso. Alla fine della giornata, la giuria, composta da Giancarlo Perbellini, Alfio Ghezzi, Stephane Raimbault, Mauro Colagreco, Romain Corbiere, Roberto Mostini, Fabio Tacchella, Luigino Filippi, Vito Mollica, Luciano Tona e Luigi Cremona con l’aiuto di esperti food designer e food photographer come Lido Vannucchi, Alessia Cipolla, Paolo Barichella e Matteo Olivieri hanno visto in Diego Rigotti colui che meglio potrà rappresentare l’Italia al concorso europeo di Stoccolma
La gara vera e propria è oggi, ma ha avuto ieri un anticipo. I vari concorrenti si sono potuti ambientare, hanno cucinato un piatto di pasta che non è stato giudicato, ma è servito a farsi conoscere dagli esperti presenti (giornalisti, fotografi, food designer, chef famosi) che erano lì per fare domande, ma anche aiutarli. Quello che ha colpito la passione comune a tutti, ma anche la personalità e il carattere che li differenzia. Praticamente cinque modi di intepretare la professione. Ma, come ha giustamente sottolineato Fabio Tacchella, al Bocuse d’Or non vincono forse i migliori, ma quelli più diligenti regolari e precisi. Vedremo oggi cosa accadrà.
Davide Zunino, il cuoco dell’olio ha finalmente trovato una cornice adeguata dove proporre la sua effervescente ed elegante cucina d’autore. L’Hotel de Paris di Sanremo, rinnovato e restaurato interamente, e riaperto meno di tre anni fa. Quindi, oltre al fascino del palazzo di un tempo e a tutte le comodità contemporanee, anche una cucina di livello superiore alla media contribuirà ad alimentare l’interesse non solo dei turisti distratti ma anche dei gourmet più curiosi.
Davide ha una grande passione per l’olio (che pure produce), e per i crudi di pesce arricchiti da abbinamenti più che stuzzicanti; ma anche sui temi della cucina “cucinata” si destreggia bene, nonostante la struttura del palazzo (cucine al piano basso), gli ponga qualche limite di gestione dei piatti, per presentazione e temperature, che possono soffrire il breve viaggio dalla cucina alla fastosa sala degna dell’altro De Paris, quello di Montecarlo.
Ma questi sono dettagli facilmente risolvibili con una paio di lampade riscaldanti al pass o delle eleganti cloche, che in quest’ambiente non stonerebbero di sicuro. L’avventura è appena partita, e la carta e i menù sono stati appesi in bacheca da non più di un paio di settimane.
Occorrerà un poco di rodaggio a tutti quanti per prendere le misure e mettersi nelle migliori condizioni di servire i piatti presenti nel menù degustazione De Paris, in quello a tutto crudo di pesce, e tra i non pochi piatti (diversi da quelli in menù) presenti in carta.
In quest’occasione ho volutamente evitato ogni piatto di pesce crudo, che non amo per principio, e ho così potuto assaggiare cose cucinate di un livello già più che soddisfacente e molto originali, come potrete cogliere dalle immagini che seguono.
by Roberto Mostini e Luigi Cremona, pubblicato in contemporanea su armadillo blogspot e porzionicremona
Questione di millesimi (gli abitanti del luogo si chiamano proprio così). Per noi però Massimiliano Torterolo, chef e patron, è un ottimo millesimato con la sua cucina che sapientemente attinge, secondo le stagioni, un pò di qua o di là secondo se venite dalla Liguria o dal Piemonte. In entrambi i casi i buoni prodotti non mancano e Massimiliano li riesce a gestire con mano sicura. Sapevamo che era bravo, ne abbiamo avuto conferma e ora, che è arrivata anche la stella Michelin (meritata) saranno in tanti a fermarsi, anche perchè tra Torino e Savona è facile e comodo arrivarci.
by Roberto Mostini e Luigi Cremona, pubblicato in contemporanea su armadillo blogspot e porzionicremona
Il titolo è a dir poco invitante: un mare di champagne! ….non si può resistere e infatti siamo venuti di corsa. All’inizio pensavamo di esserci sbagliati, abbiamo rischiato di affogare in un mare di acqua, cioè di pioggia. Poi però l’evento è riuscito a decollare, la pioggia ha continuato ad infastidire, ma non ha impedito che lo champagne facesse da protagonista assoluto. L’idea di questo evento è venuta a 7 ristoranti di Alassio che si sono uniti per realizzarla e si sono dati anche un nome: Macramè, foriero di altre iniziative. Presenti marchi notissimi e altri meno, un buon livello in generale e non mancavano alcune chicche e anche alcune bottiglie preziose. Insomma la risposta c’è stata e accanto allo champagne in buona evidenza i finger food dei 7 ristoranti, e la piacevole cornice: il restaurato Grand Hotel di Alassio che ha dato confort e ambiente più che degno all’evento.
Balzi Rossi, Camporosso, Vallecrosia… qui, al confine con la Francia, c’era un tempo una delle più alte concentrazioni di stelle Michelin d’Italia, con ristoranti come Baia Benjamin, Balzi Rossi, Giappun e Gino. Sono sparite tutte (le stelle) e a volte anche i ristoranti. Rimangono invece salde le trattorie, come ad esempio La Capanna da Baci e Delio ad Apricale (prima a Dolceacqua). Ragione di più per visitare forse il borgo più bello dei Borghi belli d’Italia, un borgo fuori dalle rotte usuali e fuori dal tempo, incredibilmente sopravvissuto, scavato e ricomposto con la pietra, con una piazzetta che si apre all’improvviso e che offre altre chicche come il teatro della Lucertola. Andateci in due, vivrete un sogno lungo quanto il soggiorno, e mangerete pure discretamente, spendendo poco, un pò in tutte le trattorie, ma noi preferiamo Delio, per serietà, continuazione, rispetto e recupero di alcune ricette come la “fidelà” di sapore trascinante.
E’ sempre interessante vivere una città durante un evento. Non siamo appassionati di musica, ma di situazioni eccezionali sicuramente, e ci ritroviamo qui per altri motivi. Ma un grande evento ti conquista a prescindere dal genere.
Pochi piatti scritti sulla lavagna, prezzi più che accessibili, nessun fronzolo e buona sostanza. Su segnalazione del Guardiano del Faro andiamo a scoprire il n.1 dei 99 ristoranti citati da Tripadvisor ad Imperia, per scoprire che questa volta non ha ragione, ma non sbaglia nemmeno di grosso come in altri casi. Per 25/30 euro Omar Iabachino riesce a dare un menù semplice ma soddisfacente, a combinare qualità e prezzo, in Via Matteotti 76, 18100 Imperia, Tel : 0183273636. Bravo!