S’Apposentu, cioè la stanza in dialetto sardo, ma con il significato di stanza di casa non quello di camera d’albergo. Insomma qui ti vogliono far sentire come a casa tua e dobbiamo dire che ci riescono in quanto tutto è ben bilanciato ed equilibrato, dall’accoglienza ai tanti oggetti molti fatti in casa con materiali del posto che ti trasmettono il calore dell’ospitalità rurale. Il servizio affidato a Domenico Sanna con l’aiuto di Francesco Tuveri è eccellente, la tavola elegante, ma senza orpelli. Roberto Petza è giustamento lo chef più noto e premiato dell’isola e si conferma sempre di ottimo livello con una serie di ricette che si avvalgono dell’enorme patrimonio gastronomico del territorio, dal mare ai monti passando per il ricco Campidano, che trasmettono il senso ed il gusto della tradizione conservando un pò di rusticità e a volte di pesantezza, ma dandoti sempre in genere appagamento e succulenza. Le cose migliori ci sono sembrate gli anemoni di mare e la crema di zucca, ma la vera sorpresa la nutrita serie dei buoni dolci, per un finale che non te lo aspetti.
Roberto Petza
Sa Domu da zia Ernesta, come dire a casa di zia Ernesta, che non conosciamo, ma fa parte di una delle case collegate a Casa Puddu di Roberto Petza. Tre camere semplici ma curate, una colazione che più buona non si può, un paesino intorno che è sereno come la casa. Peccato solo che poi si parte, speriamo solo di ritornarci presto.
In occasione di Fili del Gusto, anche S’Apposentu, il ristorante gourmet di Roberto Petza si trasferisce all’Accademia di Casa Puddu, ben coordinata da Gianfrnaco Massa, per un pranzo domenicale. E la sera invece proviamo le pizze di Sa Scolla, come dire lo standard normale, per apprezzare il buon impasto e la varietà di ingredienti dove largo spazio è lasciato giustamente alle verdure dell’orto. Semplice ma pultio l’ambiente, cortese e gentile il servizio dei giovani ragazzi. Buona scelta di vini e di birre artigianali locali, e prezzi molto convenienti.
Gran finale con le esibizioni degli chef: Antonia Klugmann sempre profonda osservatrice dei profumi dei fiori e dei campi, l’allegria di Manuele Senis e Pier Luigi Sai che hanno ben intrattenuto il vasto pubblico, la concretezza di Luciano Monosilio ben presentata dall’attento Albert Sapere, e gran chiusura con il padrone di casa Roberto Petza, che come tutti gli isolani parla poco ed è riservato, ma l’altra sera lasciava trapelare la sua grande gioia per la riuscita dell’evento. Un paluso finale a tutta Baradili, piccola, ma ben tenuta che ci ha dato tanti bei ricordi e un tramonto da favola.
Ringraziamo Roberto Petza e Domenico Sanna del cortese invito. Mancavamo da tempo in Sardegna e sono stati due giorni piacevolissimi. Del primo, intenso di visite e soste golose, parleremo più avanti, mentre nei prossimi post rivedremo insieme la bella giornata di Baradili dove si è svolto l’evento “I Fili del Gusto”. Baradili, 84 anime, è il più piccolo comune della Sardegna, ma sicuramente uno dei più caratteristici. Lo abbiamo vissuto un’intera giornata cortile per cortile, a cominciare dal Municipio dove si è svolto il Convegno inaugurale. Il Sindaco ha illustrato la fatica ma anche i tanti motivi e iniziative per permettere al “piccolo” di sopravvivere grazie all’unione di tanti. La rete serve a questo.
E’ sempre un grande successo e quest’anno con il vento dell’Expò in poppa Identità Golose avrà un lungo percorso che inizia con questo Congresso e durerà fino a fine anno. Tanta gente in sala e lungo le corsie degli espositori , tante occasioni per scambiarsi impressioni, ritrovare colleghi lontani, assaggiare prodotti particolari come ad esempio il magnifico culatello di Spigaroli. E domani si continua.
Non manchiamo quasi mai alla cena delle 3 forchette, un doveroso omaggio al Gambero Rosso che rappresenta sempre un punto di riferimento importante. Clara Barra e Giancarlo Perrotta sono due professionisti di lunga esperienza e il confronto con loro è sempre piacevole. E poi ogni anno almeno una sorpresa ce la danno, lo scorso anno ad esempio le 3 forchette di Roberto Petza, e quest’anno con un altro sardo, Oliver Piras, che però lavora sulle Dolomiti e che ha ricevuto il premio di miglior giovane chef. (Oliver sarà da noi in gara ad Emergente Nord a Cooking for Art Milano dal 29 novembre al 1° dicembre).
Un’insolita domenica a Fiera in Campo. L’alta cucina è sbarcata alle porte di Vercelli e ha visto protagonisti nel secondo giorno di Riso, Colture&Cotture chef provenienti da territori lontani come la palermitana Patrizia Di Benedetto o il sardo Roberto Petza. Gli unici che giocavano in casa sono stati il piemontese Christian Milone e il vicino ligure Ivano Ricchebono, insieme a loro il campano Pasquale Palamaro e dalla Calabria Luca Abbruzzino. I premi di ieri sono stati così assegnati: la Miglior Ricetta alla minestra maritata di mare di Pasquale Palamaro, il Miglior Prodotto ai salumi dell’Azienda Veneto Ovini e il Miglior Produttore per l’Azienda Agricola Mosca. Un premio per il contributo alla cultura è stato dato a Piero Rondolino per il bellissimo libro sul riso.
Fa scalpore l’assenza di Uliassi, mentre ci complimentiamo per le tre forchette al S’Apposentu, una scelta coraggiosa e innovativa che premia un’isola un pò forse trascurata. Una serata coi fiocchi, tra tanti chef, colleghi e produttori di vini , vissuta in allegria.