Non li contiamo i Bocuse d’Or della nostra vita, come edizione europea è però la prima volta dell’Italia. Crediamo di aver non poco contribuito a portare questo evento a Torino ed è per noi un’emozione entrare nell’Oval e sentirlo vibrare per il tifo di tanti appassionati. Ieri il primo giorno di gara, con dieci nazioni, di sotto riportiamo qualche foto. L’impressione è ovviamente positiva: c’è tensione, c’è l’atmosfera della gara, ci sono tanti team che rappresentano il meglio dell’Europa del cibo. Tra le annotazioni positive il bel campo di gara articolato con varie terrazze e doppia tribuna (quella dei VIP e del ristorante e quella dei tifosi), e l’aver coinvolto molti nostri bravi chef a vivere la competizione e a partecipare alla presentazione dei vari vassoi e piatti di gara. Oggi è il giorno dell’Italia, in campo Martino Ruggieri, tiferemo per lui, se lo merita, e pensiamo che mai come questa volta l’Italia è in grado di fare bella figura.
Rocco Pozzulo
Premiazioni con i botti si potrebbe dire, sì perchè alla fine ci sono stati anche i fuochi di artificio per festeggiare la torta finale, una specie di compleanno per i 10 anni del Premio IAT. Un bel successo per Italia a Tavola che ha visto il suo sondaggio crescere vertiginosamente negli anni e sabato sera su questa bella terrazza della Cantalupa c’era veramente il fior fiore delle Associazioni e dei cuochi. Tra grandi prodotti e qualche ricetta ben studiata (tra quelle assaggiate ottimo il tonno di Ciccio Sultano e il glacier di Chico Cerea), è stata una serata veramente densa e per giunta allietata da un clima finalmente primaverile. Insomma Albero Lupini le ha azzeccate tutte, complimenti!
Bisogna dare atto al gran lavoro di Rocco Pozzulo e del suo staff per migliorare immagine e sostanza della FIC. E questo party, a bordo piscina tra i tetti di Roma, è diventato un appuntamento annuale per far vedere a tutti, Personaggi della politica, della comunicazione e delle aziende sponsor, come quest’opera sta procedendo. Si dà spazio ai giovani che sono in prima fila, eleganti e preparati, a preparare ricette moderne e contemporanee. Anzi se possiamo dire c’è forse quinoa e goji, ci pare inutile andare a scovare il pesce cobia, ma va bene così, confrontiamoci con il mondo per poi tornare a fare baccalà e ceci (che in effetti è presente), che dopo i vari confronti sarà di sicuro fatto meglio.
La Cucina Italiana nel Mondo come patrimonio universale dell’Umanità. Se ne parla da tempo con Rosario Scarpato e ora è arrivato il momento importante: quello di lanciarla. A sostenerne la fattibilità è la dssa Poggi che lavora proprio su questi temi all’Unesco e che fa un preciso intervento in favore di questa candidatura. Poi man mano ecco le adesioni delle più importanti associazioni: FIC; le Soste, Eurotoques, Alma, Chic, JRE. Pensiamo che questa iniziativa possa essere un grande contributo morale e pratico alle migliaia di cuochi, pizzaiol, camerieri, pasticcieri, operatori che lavorano all’estero in nome dell’Italia. Un domani forse si sentiranno un tantino più gratificati e coesi nel loro lavoro e ne avremo tutti da guadagnare.
La FIC da quando c’è Rocco Pozzulo ha moltiplicato le sue attività, sta motivando un numero crescente di cuochi, e compattando gli associati. Un bel lavoro che cerchiamo di seguire anche se ci fa fare i salti da un punto all’altro dell’Italia. Eccoci a Matera nell’anonimo (ma funzionale) Hilton Garden Inn, alla periferia della città e quindi lontano dal bellissimo centro storico. Tante le testimonianze sul palco, si parla di famiglia, di salute, di bambini, tutti temi importanti e basilari, ma con spirito conviviale, senza presunzione e molta chiarezza e semplicità. Insomma stare con questi chef che preferiscono chiamarsi cuochi, è un vero piacere.
Sono in corso in questi giorni i Campionati di Cucina della FIC, ospitati nell’evento Beer Attraction della Fiera di Rimini. Un consiglio per i tanti appassionati di cucina: seguite queste gare, è importante capire come si svolgono, le regole e i tanti perchè. E’ un gruppo ristretto quello che regolarmente si mette in gioco e si allena regolarmente, ed inoltre è un gruppo che ha poca visibilità rispetto a quella dei tanti chef stellati e di successo. Eppure i sacrifici non sono pochi, la dedizione è tanta, e andrebbero sostenuti, incoraggiati e additati come esempio. Siamo stati nella giuria delle regioni, e abbiamo seguito la sfida dei giovanissimi cuochi. Questo il podio: primo Giovanni Fiorellino, secondo Tommaso Bongieri, terza Assunta De Vivo, ed è incoraggiante che una ragazza sia salita sul podio. E complimenti a tutta la FIC per lo sforzo compiuto e per il bel risultato.
Altre immagini della ricca giornata del lunedì a Cooking for Art caratterizzata da ben due pranzi in parallelo con il Consorzio del Morellino e la cucina di Marco Bottega e degli Chef Blancs, e dalle esibizioni dei noti pizzaioli, come Salvatore Salvo, Simone Padoan, Pasqualino Rossi ed altri ancora. Mentre intanto al Mercato altre botteghe romane propongono i loro prodotti e i loro elaborati.
Doppia finale, per il Centro e per il Sud, con tante emozioni: la mistery box con gli ingredienti a sorpresa per una delle due ricette (e con il caffè Lavazza come ingrediente obbligatorio), l’Italia che in contemporanea supera la Spagna, i giovani chef che sfoggiano passione e tecnica di non poco conto vista l’età. Per il centro Ciro Scamardella e Giuseppe Lo Iudice vanno di pari passo e li rivedremo in finale ad ottobre a Roma, ma bravo Alessandro Rapisarda, specie con la sua memorabile insalatina. Per il sud la dolce Isabella Potì supera di poco Davide Guidara che conferma le sue ottime basi tecniche. Con loro ad ottobre ricordiamo che ci saranno Francesco Brutto per il nordest e Marcello Tiboni per il nordovest. L’appuntamento è quindi a Roma, Officine Farneto dal 22 al 24 ottobre.
Seby Sorbello è un personaggio a tutto tondo, secondo crediamo, solo alla madre che ancora attiva e pimpante non perde un colpo e da mattina a sera controlla tutta la struttura. Struttura che non è nè piccola, nè banale: un albergo, due sale per eventi, un ristorante distaccato che si divide equamente tra trattoria più convenzionale e sala gourmet. Il Sabir è il nome di quest’ultima: due spazi eleganti, minimalisti, dove il bianco regna e dove Seby cerca di proporre una cucina più personale e ricercata, trovando miracolosamente tempo e voglia tra i tanti impegni che quotidianamente affronta (oltre alla struttura è nella direzione della FIC e realizza eventi). E il risultato è più che soddisfacente: una serie di assaggi ben costruitiche ne dimostrano la professionalità ormai acquisita, nulla di stratosferico ma neppure nessuna caduta di stile.
Il nostro tour siciliano finisce con questa cena all’Esperia Palace Hotel curata dalla NIC. Un’anticipazione di quanto andrà a fare il team italiano alle Olimpiadi di Erfurt ad ottobre. Per ovvi motivi non possiamo fotografare i piatti. A loro va il nostro incoraggiamento, dobbiamo assolutamente crescere in questo settore, quello delle grandi competizioni internazionali.