Una storia di famiglia straordinaria quella dei Cerea. In poco di più di mezzo secolo, da un piccolo bar di Bergamo a quello che oggi è per qualità ma anche fatturato e solidità, l’azienda più importante della ristorazione italiana. Il segreto? sono in tanti e tutti coesi, si sono divisi i compiti e le attività, ma poi insieme fanno un unico sistema come è raro trovare in Italia. Più che una famiglia è un klan dove anche i nuovi parenti si sono aggregati. E sono sempre insieme, prima a Bergamo, poi a Brusaporto, poi ovunque in giro per il mondo, ma tornano sempre a Bergamo dove vivono, grossomodo tutti insieme e insieme fanno spesso pure le vacanze (in Liguria). I meriti sono di tutti, perchè ci vuole amore passione ma anche il saper affrontare e superare le diversità di carattere, di visione strategica, le difficoltà della vita. In fondo è una questione di educazione e i figli Chicco, Roberto (Bobo), Francesco, Rossella, Barbara sono tali perchè sono stati educati in modo severo, ma perfetto da mamma Bruna. E’ Lei la colla che ha cementato la famiglia nei momenti piacevoli come nelle avversità. Pensiamo alla morte di Vittorio avvenuta nel momento critico del passaggio da Bergamo a Brusaporto. E’ Lei che li ha sempre voluti di tanto in tanto tutti insieme, è Lei che ricordiamo con affetto quando a fine serata, uscivano i clienti e apparecchiava la tavola familiare per distribuire un pò di sorriso serenità e saggezza ai suoi cari. Un caro abbraccio per i tuoi 80 magnifici anni.
Rossella Cerea
Al giorno d’oggi, grazie o per sfortuna alle informazioni che riceviamo da ogni tipo di social e comunicazione, chiunque sedendosi a tavola conosce ( o si prende questo diritto ) il tipo di prodotto che il ristorante propone. Ma presentare un prodotto di qualità non basta e negli anni il valore della Sala come elemento fondamentale per completare l’esperienza ristorativa a 360° è cresciuto sempre di più.
Questo l’argomento principale nell’iniziativa di Noi Di Sala : “ IL RUOLO DELLA SALA NEL RILANCIO DELLA RISTORAZIONE , prospettive e scenari futuri dal mondo dell’accoglienza.” Ospiti importanti del mondo del giornalismo e dell’enogastronomia. Una tavola composta dal giornalista Paolo Fratter ( Skytg24), Andrea Berton ( Ristorante Berton ), Marcello Masi (Rai), Paolo Marchi (Identità Golose) , Paolo Cuccia (Presidente Gambero Rosso), Alessandro Federzoni (Direttore Premiere Srl), Savino Muraglia (Frantoio Muraglia), Antonello Magistà (Ristorante Pashà), Rossella Cerea (Ristorante Da Vittorio), Alessandro Roja (attore), Marco Reitano (Presidente NDS e Chef Sommelier de La Pergola), Marco Amato (Responsabile didattica NDS e Maitre e Sommelier Imago), Alessandro Pipero (Responsabile Comunicazione NDS e Proprietario Pipero Roma) e Joe Bastianich.
L’intento è stato quello, e sarà, di accendere i riflettori sulla Sala. Non esiste più la figura classica del cameriere, di colui che porta i piatti, ma oggi il Maitre è considerato allo stesso livello dello Chef. Attraverso corsi professionali, è in grado di conoscere tutti i prodotti presenti in sala e in cucina con l’obiettivo di svolgere con competenza tutte le attività legate al servizio. Proprio perché lo studio è importante e bisogna valorizzare l’importanza della sala, Noi DI Sala, in collaborazione con la Gambero Rosso Accademy inizierà in tutta Italia un percorso di formazione : “Obiettivo Sala”. Lo scopo è sempre lo stesso, formare i futuri Maitre per rivalutare la professione del cameriere nella ristorazione odierna.
Il mondo del Servizio di Sala è decisamente cambiato negli ultimi anni e se già possiamo dire che i Camerieri stanno vivendo una nuova era e considerazione, molto si deve a loro, a Noidisala, un’Associazione nata qui a Roma alcuni anni fa e che lancia ora la sua guida con ben 159 ristoranti associati, tra i migliori d’Italia. E a complimentarsi con loro tanti colleghi ed addetti ai lavori. Oggi i Camerieri possono essere un tantino più orgogliosi di ieri, ma c’è ancora tanto da fare. Noi di Emergente Sala ci siamo.
Da oltre 50 anni Da Vittorio è una bella storia che continua e, visto che una nuova generazione avanza con ben 10 femmine e 3 maschi (al momento), pensiamo che se ne parlerà ancora a lungo. Comunque anche l’attuale, 5 figli con stavolta i maschi in leggera prevalenza, si dà molto da fare. Lavorano sempre tutti all’unisono, senza mostrare crepe e sbavature, forse perchè in alto c’è Lei, la Bruna, che nelle emergenze che sicuramente ci saranno sa rimettere le cose a posto. E’ la grande maison italiana della ristorazione, aperta su più fronti, e sempre con successo visto anche che un mercoledì sera di una piovosissima giornata, con un’importante partita in contemporanea, il locale era comunque pieno. Eravamo lì a brindare con Lorenza, e siamo stati tutti coccolati, il nostro tavolo come gli altri, con quella professionalità che fa la differenza. Tutto è curato: dalla ricca tavola alle luci, dal servizio del pane con i filoni tagliati al momento al gigantesco carrello dei formaggi. E non parliamo del tripudio di stuzzichini iniziali e finali. E tutto scorre con il ritmo giusto imparato a memoria, scandito da una brigata organizzata in modo perfetto. Venendo alla serie di assaggi da citare qua e là il crostone di acciughe, il baccalà mantecato, il risotto con il gambero in un percorso di grande godibilità. Forse meno ci è piaciuto (anche se bello) il foiegras in tazza che scivola giù nel brodo caldo e lo scampo un pò appesantito dalle mandorle e roveja.