Gran serata ieri sera, lato pasta (con la pasta del pastificio dei Campi) e chef del calibro di Beppe Guida, Paolo Teverini, Salvatore Bianco e tanti altri ancora. Era un lato praticamente inavvicinabile. Ci siamo quindi maggiormente fermati sull’altro lato, la pizza. C’erano giovani e sconosciuti pizzaioli, (scherziamo ovviamente) come Gino Sorbillo, Simone Padoan e Renato Bosco, ed altri ancora. Insomma una gran serata completata dalla Birra Zago (la prima volta che abbiamo trovato la birra servita a giusta temperatura in occasioni complicate come queste) e i sigari del Maledetto Toscano. Insomma gran serata che anticipa il Forum di domani mattina.
Simone Fracassi
Una bella sorpresa che inizia dalla piazza Tanucci, il cuore di Stia, piccolo ma splendido borgo con la sua piazza allungata in discesa (protagonista nel film Il Ciclone). In fondo è il ristrutturato e confortevole Hotel Falterona e di fronte l’omonimo ristorante con gestione separata. Qui è il giovane chef patron Leonardo Norcini, 28 anni, varie esperienze in zona tra le quali Le Logge a Siena. Determinato, lavoratore e coraggioso: ha messo su un locale delizioso per l’arredo, non pretenzioso ma pulito e piacevole. Siamo qui con l’amico Simone Fracassi, e dobbiamo subito dire che la tartara di Leonardo, carne ovviamente di Fracassi, è il piatto che fa la differenza, non solo per la qualità della materia prima, ma anche per la fine ed elegante esecuzione. Anche gli altri due secondi fanno da buona spalla, specie il piccione e merita la citazione il tataki di apertura di perfetta esecuzione, potrebbe essere un altro buon secondo. Per crescere Leonardo dovrà portare antipasti e primi allo stesso livello, è giovane curioso e se riuscirà ancora a girare nonostante le non poche responsabilità di gestione, allora la sosta meriterà anche un apposito viaggio. Auguri!
Trenta anni di Gambero Rosso. Ci sembra ieri quando andai a trovarli in via Ripetta, e poi ancora più vicino casa a via Arenula, sempre con un grande e dovuto rispetto al loro lavoro. E in questi trentanni abbiamo visto crescere una realtà importante e consolidata. Una grande festa quella di ieri, con tanti personaggi che hanno fatto un pò la storia dell’Italia del gusto, con una bella regia e tanti applausi. Tutto perfetto? Quasi, un ricordo di Stefano Bonilli sarebbe stato secondo noi opportuno, e magari anche di Daniele Cernilli. E, dulcis in fundo, ci avrebbe fatto piacere abbracciare anche Clara Barra.
Si chiude lo Speciality Food Festival al World Trade Center con il concorso del miglior risotto e le premiazioni delle varie gare di pizza. Siamo nella giuria del risotto, e dobbiamo dire che comunque erano tutti sufficienti, il primo alle rape rosse il più colorato e molto disequilibrato, il secondo allo stracotto accettabile, il terzo con lo sgombro il più indovinato ma rovinato da troppo olio d’oliva aggiunto alla fine. Comunque la cultura italiana è sempre seguitissima e c’è grande attenzione a quello che facciamo e proponiamo.
Confortata da un clima perfetto, è andata in onda la manifestazione perfetta: tutta la cttà coinvolta e la risposta è stata eccezionale in termini di numeri e partecipazione. C’era ovviamente la parte “mercato” che sapeva a volte un pò di sagra, ma mille erano iniziative legate ai temi di Terra Madre un pò ovunque. Un grande sforzo di tanti, ma anche un bel successo davvero.
Il Summit si chiude per noi con la più bella serata che si potesse organizzare e quindi ci complimentiamo con Rosario ed Aira (instancabili organizzatori), con gli oltre 40 chef che hanno contribuito all’evento, e con lo staff del Marquis che ha realizzato il tutto con grandissima professionalità. Un centinaio i prodotti in assaggio, tra formaggi affettati ecc, una diecina i vini, tante le ricette degli chef, e anche la pizza presente, come la carne di Fracassi. Presente l’ambasciatore d’Italia qui a Dubai ed altre autorità, la festa ha avuto un ritmo veloce e piacevole, si è animata con le premiazioni, rilassata con la musica, ha mostrato lo stato di salute della cucina italiana anche in trasferta ad oltre 500 invitati di riguardo. C’è da esserne fieri. Ancora complimenti a tutti e in fondo anche a noi che abbiamo dato un piccolo contributo a questo bell’evento.
Si chiude Gulfood e si chiudono le competizioni con quella dedicata al risotto, sempre più conosciuto ed apprezzato qui negli Emirates. Sono 4 i finalisti con 4 buoni risotti. Tecnicamente il migliore è quello con il foie gras, ma è anche il più lontano dall’Italia per scelta d’ingredienti. Coraggioso quello con sole patate bianche e viola, un pò disequilibrato quello con le uova di quaglia alla carbonara e finisce per vincere quello con i funghi porcini: un grande classico.
Al via il Summit della Cucina Italiana nel mondo, ancora una volta qui a Dubai. Ci ritroviamo così con tanti chef arrivati qui dall’Italia e un pò da tutto il mondo sotto la guida instancabile di Mario Caramella, Rosario Scarpato e Aira Piva. Cena un pò modesta e ci rifacciamo con una tavolata di inesauribili bevitori da Roberto’s il locale italiano forse più in voga che ogni giorno macina oltre 500 coperti ad alto livello. Tra Ferrari e Ca’ del Bosco, evviva!
Convivio dei Corsi a Raggiolo
Raggiolo non è proprio dietro l’angolo, ma è un bell’angolo questo ramo del Casentino che sovrasta Poppi, e alla fine delal strada il paese tutto in pietra è una vera delizia. Vi accoglie il Borgo dei Corsi, una bella iniziativa di ospitalità sostenibile con vari appartamenti diffusi nel borgo e idealmente collegati. Colazione pranzo e cena? Ecco il Convivio con Lei, Annalisa, ad accoglierVi e Lui, Ante, un aitante cuoco di origine croata, ma ormai da tanti anni in Italia. Lui nasce sul mare (a Spalato) e il mare non lo ha dimenticato, anche se ormai da oltre un anno si è calato nella cucina toscana dell’interno, dove la carne la fa da padrone. Qui nel Casentino è Simone Fracassi la figura di riferimento ed infatti è sua la carne come qualche consiglio sul come trattarla. Così in questo posto un pò sperduto insospettabilmente si fa una cucina più che dignitosa che faremmo fatica a trovarla nel capoluogo aretino. Che sia chiaro ingenuità ce ne sono in ogni piatto (baccalà un pò stopposo, poco il croccante nonostante le taggiasche nel tortino, troppo cotti i tortelli, ripetuta la presenza dei frutti rossi, troppo sottile il coniglio e così via) ma nel complesso ci si sta bene in questo Convivio, e il giovane cuoco con qualche piccolo stage potrebbe arricchire la propria base tecnica che già comunque gli consente di spaziare con disinvoltura su più generi ed infatti le cose migliori ci arrivano dagli originali gnocchi di pomodoro e dal desset lime e sedano verde.
Lunga e bella sosta alla Villa medicea di Artimino.Prima l’incontro con una ventina di piccoli e medi produttori di vino, olio e salumi; poi il momento della foto ricordo sull’imponente scalinata della Villa, la cena tradizionale toscana e infine un’occhiata alla cantina. Un’occasione importante per gli chef di immergersi nel territorio, di viverlo nel modo migliore, con chi gli ingredienti li produce con cura giorno per giorno. Lo scenario di questa villa rende veramente indimenticabile l’esperienza.