Dopo tre mesi di intensi allenamenti il box di cucina di Pietro Mollo vivrà qualche giorno di pausa. Ieri si sono conclusi gli allenamenti per il Bocuse d’Or, oggi ci sarà il saluto finale a Milano, tra pochi giorni si parte per Budapest: La Finale è ormai vicina. Ma nell’attesa abbiamo seguito quest’ultimo importante allenamento, e non eravamo soli, con noi le Istituzioni, gli Imprenditori e alcuni chef giovani che ringraziamo.
Stefano Paganini
Bello è rivedere i piatti e la gioia del vincitore. Ricordiamo che ogni concorrente doveva fare una ricetta di pesce (storione e caviale tema imposto) e di carne (tema imposto, il cervo). Quella di pesce già impiattata e quella di carne assemblata in 7 porzioni da sporzionare successivamente prima dell’assaggio.
C’è emozione, c’è la tensione della gara che dai box delle cucine arriva fino a dentro il teatro. Il Bocuse d’Or è rigore e precisione, i tempi sono scanditi dall’orologio, i movimenti e i passi contati e precisi. Non è facile gestire così tante situazioni diverse allo stesso tempo, ma una volta partiti tutto poi scorre per il suo verso giusto: i giurati, attenti e precisi; i candidati emozionati ma allenati allo stress. Primo turno sono 4: Stefano Paganini, Andrea Alfieri, Giuseppe Raciti, Giovanni Lorusso. Centrato il piatto del pesce, spettacolari i vassoi con la ricetta della carne.
L’antica dimora estiva di Vittorio Alfieri domina la valle del Tanaro e l’orizzonte si riempe con le vigne famose del barbaresco. La dimora non è da meno, maestosa, aristocratica, sarà presto sede museale, ma intanto ospita un nuovo ristorante: Stefano Paganini, dal nome del suo chef e patron, già a villa Tiboldi, appena trentenne.