L’hotrel Plaza esiste da più di un secolo e mezzo, ma ieri è stata la prima volta del Brunch. E dobbiamo dire che passare la domenica in una sala così bella quando fuori tra l’altro piove è un’ottima soluzione. Oltre alla cornice, da segnalare la buona musica, il servizio curato ed efficiente. Il buffet, curato da Umberto Vezzoli, bello e vario, con spazi di miglioramento come è ovvio, essendo al debutto.
Umberto Vezzoli
Arrivano puntuali i concorrenti, all’inizio sorpresi e un pò spaesati, ma poi conquistati dalla bellezza del posto. E’ una gara ma deve essere anche una Festa, quindi cerchiamo di spiegare le varie regole che devono essere intese con il giusto spirito della gara. Siamo tra i boschi, potrebbe anche piovere (e infatti pioverà) e quindi bisognerà poi adattarsi in qualche modo. Si procede al sorteggio, alla pesa dei vari ingredienti che ognuno ha portato con sè per caratterizzare la ricetta (massimo 2 ingredienti), poi allestiamo il mercatino degli ortaggi frutta e verdure per far completare la “spesa” agli chef. (la gara è vegetariana). E arrivano man mano gli sponsor, con i loro prodotti e vini, e anche i giurati che andranno a comporre le varie giurie. Insomma il parterre si riempie e si riempie anche la chiesetta per seguire la lezione sulle erbe selvatiche. Ricordiamo i concorrenti che avranno un compito non facile: in sole due re preparare 30 assaggi con gli ingredienti a srpresa trovati al mercatino (salvo i 2 che si sono portati da casa) e cucinarli con il solo aiuto del fuoco. Ecco i loro nomi: Riccardo Cappelli (Argentario Golf Resort- Porto Ercole GR), Carlo Nappo (Alla Catina-PN), Marcello Tiboni (ristorante 28 posti-MI) , Federico Delmonte (Chinappi-Roma), Francesco Palombo (Sfumature Gourmet- Cassino FR), Davide Puleio (Pipero-Roma), Alessio Biagi (La Terra di Nello-Castiglione della Pescaia GR), Fabiana Scarica (Villa Chiara Orto e Cucina-NA) , Andrea Mosca (Marili-AP), Donato De Filippis (Tenuta Esdra Agrispa-Pontecorvo FR), Vito Gaballo (Ristorante Origano-LE), Donato Martella (il Capriccio-Vieste FG), Vincenzo Martella (Borgo Pignano PI), Carlo Porcu (Osteria La Lodola- AR), Nicolò Cappelli ((Tenuta Carretta-CN).
Accanto alle due aree della pizza e delle gare di emergente c’è il Lume, il nuovo e bellissimo ristorante di Luigi Taglienti che ha visto il succedersi di numerosi eventi collaterali. In primis i tre lunch che hanno visto protagoniste le aziende del Consorzio del Morellino di Scansano con Lorenza Vitali e Fabio Piccoli in regia. E la sera due cene top a 4 mani con Taglienti accompagnato da Ezio Santin, la prima, e da Josean Alija (del ristorante Nerua di Bilbao) la seconda. Ma il Lume non si è fermato nemmeno nelle altre ore della giornata ospitando convegni ed altri eventi. Il sabato, in occasione della giornata internazionale dedicata all’olio extravergine di oliva, la Confagricoltura con le proprie aziende ha organizzato un Convegno coordinato da Donato Rossi, con Gino Celletti e i due chef, Taglienti e Tano Simonato impegnati ad esaltare l’olio in due raffinati finger food. La domenica ha visto protagonisti alcuni esperti dell’ospitalità in un interessante dibattito coordinato da Teresa Cremona e Travel News con un brindisi finale del Franciacorta 4 Terre e finger food di Umberto Vezzoli e Toscobosco. Il lunedì altri due eventi: Parmigiano Identity con 10 produttori presenti e Emergente Sala al quale dedicheremo l’ultimo post di Cooking for Art Milano.
E queste sono le ultimi immagini, la gara è finita, Gianni Tarabini, Umberto Vezzoli e Beppe Guida si esibiscono con delle ricette dove anche loro interpretano il bosco e le radici e intanto la giuria fa i conti. Giungiamo così al momento finale, i vari premi, gli omaggi di prodotti Roots, Toscobosco e Pastificio dei Campi a tutti i concorrenti e anche ai giurati. Ed in ultimo l’assegno di duemila euro al vincitore assoluto: Christian Mandura del Geranio di Chieri. Finisce qui il Roots Summer Contest.
Ed ecco la cronaca della giornata di Roots. La prima parte è dedicata alle erbe e alle radici del bosco con due relatori d’eccezione, Livio Pagliari ed Elvia Giosuè che raccontano storie di erbe spontanee e cucina. Dopodichè si procede alla presentazione dei cuochi arrivati da tutta Italia ed al sorteggio effettuato usando come bussolotti gli “occhi di lupo”, il formato del Pastificio dei Campi che ci sembrava in tema con il bosco. Eccoli i concorrenti: Alessandro Cannata del Moma di Roma, Damiano Donati del Punto di Lucca, Daniele D’Alberto del BR1 di Montesilvano, Christian Mandura del Geranio di Chieri, Davide Del Duca dell’Osteria Fernanda di Roma, Federico Delmonte di Chinappi di Roma, Francesco Palombo di Tenuta Esdra di Cassino, Luca Mastromattei del Pescion di Pescara, Marcello Tiboni della Locanda Walser della Val Formazza, Marco Claroni dell’Orologio di Fiumicino, Mariano Guardianelli dell’Abocar di Rimini, Riccardo Cappelli del Pellicano di Porto Ercole, Silvia Moro del Moro di Montagnana, Francesco Brutto di Undicesimo Vineria di Treviso, Carlo Nappo della Catina di Pordenone, Stefano Sforza del Turin Palace di Torino, Shady Hasbun de Le Rotte Ghiotte di Arezzo. E a poco la gara.
Cotoletta o costoletta alla milanese? Il dubbio amletico viene rigorosamente sciolto da Alan Bay che precisa: la costoletta è il taglio di carne, la cotoletta è il nome della ricetta. E proprio alla cotoletta alla milanese è dedicata la nona giornata dell’IDIC (International Day Italian Cuisine) che ogni anno dedica questa giornata ad una ricetta tradizionale che viene poi eseguita nei 5 continenti dalle migliaia di chef che aderiscono all’iniziativa. E proprio a Milano si celebra l’evento con collegamenti con una diecina di ristoratori da tutto il mondo mentre un’altra diecina cucina in diretta la cotoletta che viene poi assaggiata e commentata da un piccolo gruppo di giornalisti e chef, tra i quali il sottoscritto. L’iniziativa è bella e opportuna, noi l’abbiamo sempre seguita e la seguiremo con piacere, mentre ci complimentiamo ancora con Rosario Scarpato che l’ha ideata, e Maurizio Palazzo che ha organizzato l’evento all’Hotel lagare di Milano.
E a fine Cooking for Art un brindisi per festeggiare il compleanno di Umberto Vezzoli nel suo nuovo locale: il T.Bistrot in via Corridoni, un posto moderno e funzionale, con un bell’ambiente che “gira” sia di giorno che di sera e dove il profumo del tartufo non manca mai. Bravo Umberto e tanti auguri!
Grande folla all’ora di pranzo al temporary restaurant di Cooking for Art. Varie le postazioni, tra le quali la Cucina Boliviana, la cucina di mare di Portopiccolo a cura di Leonardo Marongiu, quella di montagna e dintorni della Valdossola, quella di Terre d’Aristeo (Basilicata) coordinata da Gianfranco Bruno de Le Masserie del Falco. Ed inoltre un passaggio di Umberto Vezzoli con i prodotti Toscobosco.
Prima giornata a COoking for Art, in scena il nordovest e apre la prima batteria con i ragazzi under 30 del Piemonte e della Liguria. Gran rispetto per l’ambiente e la materia prima, sottolineato dai due premi Koppert Cress, premio di Gourmet Service per la migliore ricetta all’insalata di apertura di Stefano Sforza, ma passa in finale Marcello Tibonni con due piatti più semplici ma ben fatti e convincenti.