Il Palmizio è sempre stato un buon ristorante di pesce tra i tanti che si susseguono lungo la costa adriatica. Però grazie agli stimoli di Valerio (il titolare) e il lavoro del giovane Maicol in cucina (aiutato dalla moglie di Valerio, Jelena), sta ora proponendo una cucina più moderna che rivela delle giustificate ambizioni. Salvo gli stuzzichini banali abbiamo apprezzato il resto della cena e soprattutto la pescatrice e la spigola, ambedue le ricette ben eseguite e presentate senza orpelli e inutili ridondanze. Una cucina giovane che punta all’essenziale, e che siamo curiosi di vedere come si evolverà nei prossimi tempi.
Valerio Di Mattia
Valerio Di Mattia è un oste nel senso migliore del termine. Accoglie con un sorriso, trasmette calma e serenità, ascolta con attenzione, e dirige con professionalità e continuità questo bel locale sul lungomare. Una sala grande e un po’ squadrata viene comunque ben seguita, mentre dalla cucina arrivano piatti ovviamente di mare, ma dove si cerca anche, con moderazione, qualche percorso alternativo alla tradizionale linea marinara. Il merito crediamo va soprattutto all’innesto del giovane Maicol Capriotti (esperienze da Berton ed altri) che cerca appunto di rinnovare il menù. Il risultato è a volte interessante, altre meno: si parte bene con gli antipastini, in particolare una potente trippa di frattaglie di pescatrice alla quale l’aneto dà indubbio slancio, si scende di livello con i primi fin troppo potenti sapidi e conditi, si chiude con un dessert classico come la torta di rose, non eseguito al meglio. In sintesi un locale che è in fase di evoluzione ed assestamento, ma che ha del potenziale da esprimere.