E chiude alla grande il Food Festival in barca Gianfranco Pascucci, il noto e bravo chef del Porticciolo di Fiumicino, che con noi ha ideato e insieme realizzato l’evento. Ottimi i suoi assaggi di fronte ad una platea di ospiti illustri che hanno ben gradito l’insolito ambiente della cena. Si conclude così un festival che è stata anche una vera occasione per tutti di scoprire un Tevere che non te l’aspetti, per vivere dei momenti diversi, per godersi il piacere di unire e mescolare vini e film, che hanno tra l’altro anche unito persone di differenti gusti cultura e interessi, e che alla fine si sono interessate e divertite in questo insolito evento. Grazie infine a Esterino Montino, sindaco di Fiumicino e al suo staff: hanno fortemente voluto l’evento e nonostante i tempi brevissimi, ci hanno aiutato a realizzarlo.
Vanessa Pascucci
Per i romani Fiumicino è “il” posto del pesce. Un tempo si andava lì a comprarlo (ma ancora adesso si pesca e c’è l’asta), e soprattutto a mangiarlo. A Roma erano tutto sommato pochi i ristoranti di pesce negli anni sessanta e settanta. Bastianelli divenne così famoso, poi anche la Perla, poi un declino dovuto anche alla nascita in città di una ristorazione di cucina di mare sempre più valida ed attraente. Ma negli ultimi anni Fiumicino è tornata alla ribalta e i meriti sono soprattutto di questa coppia: Vanessa e Gianfranco Pascucci, lei in sala e lui in cucina. Gianfranco è un autodidatta, ma è stato molto abile nell’andare in giro, assaggiare, capire e anno dopo anno elevare il livello della sua cucina. Mancavamo da quasi tre anni e il miglioramento è evidente. Adesso deve solo, secondo noi, curare qualche dettaglio, soprattutto nei primi un pò troppo appesantiti dal contesto, semplificare qualche preparazione che soffre di eccesso di manierismo, e migliorare il livello finale del pasto, cioè i dessert, che non ci sono sembrati all’altezza del resto. Ma nel complesso tutto o quasi è più che buono con il crudo di muggine e l’arrosto di calamaro come piatti migliori. Citazione d’obbligo va anche alla sala, con una girandola di vini in abbinamento, e alcuni di questi si sono rivelate chicche di rilievo, che hanno reso ancora più avvincente il percorso.