Falsi d’autore, un modo goloso per ricordare tre grandi chef del passato attraverso tre loro ricette storiche interpretate da grandi chef del presente. Così domenica a Excellence con Gianfranco Pascucci abbiamo ricordato la grandezza semplice e gentile di Angelo Paracucchi, con Anthony Genovese la genialità di Alain Chapel un vero precursore di tanti generi, con Francesco Apreda Olivie Roellinger, un grande sognatore, un animo sensibile, il primo forse ad aver gettato un ponte tra la cucina d’oriente e occidente.
Vincenzo Lebano
Siamo in un albergo di grande eleganza e respiro internazionale con una serie di spazi comuni che offrono grande confort dalla colazione al mattino all’ampia area benessere. Ed è sul tetto l’ultima sorpresa: un american bar con possibilità di una carta leggera e accanto un ristorante (La Terrazza) per il cliente più esigente. E a questi tavoli molto frequentati intorno a noi vediamo una clientela (anche milanese!) che ben apprezza la linea di cucina proposta: piatti che seguono un’impostazione classica, lasciando grande spazio ai sapori, alla succulenza, al pesce. L’ottimo servizio completa il quadro dimostrando anche una notevole conoscenza di etichette particolari e a volte perfino curiose, d’altronde oltre l’esperto Stefano Parenzi c’è la sommelier Valentina Bertini, premiata dalla guida Espresso come miglior sommelier. Dietro questa potente macchina ci sono i fratelli Cerea, come a dire la più formidabile famiglia della ristorazione italiana che quando si impegna praticamente non sbaglia mai. E anche noi ci godiamo la cucina dei due giovani fratelli Lebano, ammirandone il grande lavoro di base, la capacità tecnica che esprime il lungo menù e che finisce con una serie di dessert di ottima fattura (passticciere Francesco Gatti). Qualche piccolo appunto va forse a favore dell’inserimento di qualche piatto vegetariano in più e all’allegerimento di qualche piatto a volte un pò ridondante.